Chissà che non sia davvero la volta buona per una legge sui diritti delle coppie gay e lesbiche in Italia. Non si parla di matrimonio, con uno stridente anacronismo rispetto a quello che accade nel resto del mondo, ma sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso la discussione sta procedendo in commissione giustizia del Senato nei tempi previsti.
La relatrice Monica Cirinnà ha concluso i pareri sui 1701 emendamenti al testo base, quasi tutti ostruzionistici. Solo 14 proposte, di ogni parte politica, hanno avuto parere favorevole perché considerati migliorativi. Fra questi, una proposta che precisa che il nuovo istituto delle unioni civili è un “istituto giuridico originario”. Si chiarisce così un punto su cui nessuno vuole lasciare zone d’ombra: le unioni civili sono un istituto differente dal matrimonio. È questa oggi la scelta del legislatore, anche se di retroguardia rispetto a quanto succede nel mondo. Ma così è, ed è ora di smettere di dare ascolto ai mestatori di professione che puntano a confondere le acque.
Io stesso non ho accettato di fare confluire fra i disegni di legge sintetizzati nel testo base il mio disegno di legge n.15 per l’estensione del matrimonio a gay e lesbiche, perché il matrimonio è un’altra cosa. Quel principio di uguaglianza oggi negato diventerà legge anche in Italia entro pochi anni, perché così va il mondo e non si può fermare il vento. Ma oggi parliamo di un istituto differente.
Quello che non sarebbe accettabile, invece, sarebbe una diminuzione dei diritti sociali per le coppie dello stesso sesso. Non solo perché sarebbe contrario a un principio di uguaglianza (e da questo orecchio la politica nostrana ci sente poco) ma soprattutto per la Corte di giustizia europea, di fronte a trattamenti pensionistici o fiscali differenziati fra etero e omosessuali, ci sottoporrebbe a sanzioni. E da questo orecchio, purtroppo o per fortuna, ci sentiamo un po’ di più.

 

Articolo pubblicato sull’Huffington Post

http://m.huffpost.com/it/author/sergio-lo-giudice

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http://infonews24.com/it/sergio-lo-giudice-unioni-civili-si-va-avanti/

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