Oggi il Parlamento europeo sarà chiamato a votare sulla “Relazione sulla tabella di marcia dell’UE contro l’omofobia e la discriminazione legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere”, meglio noto come Rapporto Lunacek, dal nome dell’eurodeputata austriaca dei Verdi relatrice del provvedimento.

La relazione è stata licenziata con 40 voti a favore, 2 contrari e 6 astensioni  dalla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e quindi sembrerebbe avviata ad una sicura approvazione. Tuttavia, com’è accaduto poche settimane fa al rapporto Estrela sui diritti sessuali e riproduttivi, è in atto un’intensa campagna di pressione sugli eurodeputati da parte di chi vuole contrastare l’ampliamento delle libertà civili in Europa.

Il Rapporto Lunacek denuncia l’assenza di una politica europea per la tutela dei diritti fondamentali delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI)  per una carenza nell’azione sia della Commissione europea sia degli Stati membri. Nel maggio del 2013 undici Ministri per le Pari Opportunità, fra cui quella italiana, avevano invitato la Commissione a definire una politica globale dell’UE, ma ad oggi senza riscontro.

Per fare fronte a questa mancanza, che stride con un lungo elenco di direttive e orientamenti e con le previsioni del Trattato europeo e della Carta di Nizza, la proposta di risoluzione individua una tabella di marcia. Si propongono azioni orizzontali di promozione dei diritti delle persone LGBTI, un coordinamento fra gli Stati membri, l’attenzione a orientamento sessuale e identità di genere da parte delle diverse agenzie europee per i diritti, la raccolta di dati e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Si auspica una rapida approvazione della direttiva UE contro le discriminazioni, in cantiere ormai da anni.  Si richiede un’attenzione particolare al tema delle donne lesbiche, oggetto di discriminazioni multiple, e alle persone transgender e  intersessuali, da ricomprendere nelle politiche di genere. Si invita la Commissione a promuovere buone pratiche antidiscriminatorie  sul lavoro, a scuola, nella sanità e ad agire insieme all’OMS per depatologizzare i disturbi dell’identità di genere. Come già il rapporto Estrela, anche questa proposta chiede agli Stati di eliminare dalle leggi sulla riattribuzione anagrafica del sesso l’obbligatorietà della  mutilazione genitale. Si chiedono norme che contrastino omofobia e transfobia, riconoscano il diritto d’asilo a chi è perseguitato nel proprio paese, garantiscano la libera circolazione in Europea delle persone LGBTI e delle loro famiglie e il riconoscimento reciproco delle unioni registrate secondo le leggi dei vari Stati. Nessun nuovo diritto rispetto  a quelli già riconosciuti da precedenti atti delle istituzioni europee ( una risoluzione peraltro non ha valore giuridico vincolante ma rappresenta solo un atto di indirizzo) ma la richiesta di una sistematizzazione degli interventi perché trent’anni di pronunciamenti non rimangano sula carta.

Come ha già mostrato il voto in Commissione, l’adesione queste proposte può essere ampia  e trasversale. Riuscirà il PD a sostenere compatto una misura di civiltà o dovremo assistere ancora una volta, com’è accaduto nel gennaio scorso, allo spettacolo di una convergenza fra una parte dei democratici e le forze di destra per limitare un’azione dell’Unione Europea e dei suoi componenti finalizzata al rispetto di diritti fondamentali?

Articolo pubblicato sull’Unità del 04.02.14

04.02.14 l'Unità

Gay:Lo Giudice(Pd),ok rapporto Lunacek sia monito per Italia
(v. ‘Gay: Europarlamento, garantire…’ delle 13.57) (ANSA) – ROMA, 4 FEB – “Il rapporto Lunacek (“Relazione sulla tabella di marcia dell’Ue contro l’omofobia e la discriminazione legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere”) é stato approvato questa mattina dall’aula di Strasburgo con 394 si e 176 no. Nonostante la forte campagna di mobilitazione sulla stampa e tramite ‘mail bombing’ da parte delle organizzazioni cattoliche più integraliste, il Parlamento Ue non é arretrato rispetto a impegni assunti nel Trattato, nella Carta di Nizza e in diverse direttive, vincolanti per gli Stati membri, ma la cui effettiva applicazione non è mai stata sufficientemente monitorata né accompagnata dalle necessarie azioni di contorno”. Lo dichiara Sergio Lo Giudice, senatore del Pd in una nota. “La risoluzione – aggiunge – propone una tabella di marcia alla Commissione, a cui si chiede di accelerare sulla direttiva contro le discriminazioni in cantiere da anni, e agli Stati membri, a cui si chiede di coordinare le proprie azioni. Tenere conto della specificità delle donne lesbiche e delle persone transgender nelle politiche di genere; contrastare attraverso norme penali e azioni culturali omofobia e transfobia; abolire l’obbligo della mutilazione chirurgica per chi chiede la riattribuzione anagrafica del sesso; riconoscere il diritto alla libera circolazione in Europa delle famiglie LGBTI e il diritto d’asilo a chi é perseguitato nel proprio paese; promuovere buone pratiche antidiscriminatorie a scuola, sul lavoro, nella sanità: queste le principali azioni suggerite”. “L’atto approvato oggi – conclude Lo Giudice – potrà essere da stimolo anche al nostro paese, che si accinge a varare una legge contro l’omofobia e la transfobia e ha in cantiere l’approvazione di leggi sulle coppie gay e lesbiche e sulla modifica della legge 164 sulla riattribuzione del sesso. Anche la Strategia per i diritti LGBT varata dal governo e coordinata dal Dipartimento Pari Opportunità potrà trovare nuovo impulso da questa decisione. Sempre che la politica italiana non ricada nell’antico vizio di approvare buoni propositi in Europa e di ignorarli poi in patria”.(ANSA).

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