Ulrike Lunacek è un’esponente dei verdi austriaci, europarlamentare e relatrice del rapporto sui diritti delle persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali transgender, intersessuali) in Europa, oltre ad essere una bella e solare signora. Da oggi il suo nome è legato anche ad un’importante risoluzione del Parlamento europeo che mira a sistematizzare gli interventi sul tema da parte della Commissione e degli Stati dell’Unione.
Il rapporto Lunacek (“Relazione sulla tabella di marcia dell’UE contro l’omofobia e la discriminazione legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere“) è stato approvato questa mattina dall’aula di Strasburgo con 394 voti a favore, 176 contrari e 72 astensioni. Nonostante la forte campagna di mobilitazione sulla stampa e tramite “mail bombing” da parte delle organizzazioni cattoliche più integraliste, il Parlamento europeo non è arretrato rispetto ad impegni assunti nel Trattato, nella Carta di Nizza e in diverse direttive, vincolanti per gli Stati membri ma la cui effettiva applicazione non è mai stata sufficientemente monitorata né accompagnata dalle necessarie azioni di contorno.
La risoluzione propone una tabella di marcia alla Commissione, a cui si chiede di accelerare sulla direttiva contro le discriminazioni in cantiere da anni, e agli Stati membri, a cui si chiede di coordinare le proprie azioni. Tenere conto della specificità delle donne lesbiche e delle persone transgender nelle politiche di genere; contrastare attraverso norme penali eazioni culturali omofobia e transfobia; abolire l’obbligo della mutilazione chirurgica per chi chiede la riattribuzione anagrafica del sesso; riconoscere il diritto alla libera circolazione in Europa delle famiglie LGBTI e il diritto d’asilo a chi è perseguitato nel proprio paese; promuovere buone pratiche antidiscriminatorie a scuola, sul lavoro, nella sanità: queste le principali azioni suggerite.
L’atto approvato oggi potrà essere da stimolo anche al nostro paese, che si accinge a varare una legge contro l’omofobia e la transfobia e ha in cantiere l’approvazione di leggi sullecoppie gay e lesbiche e sulla modifica della legge 164 sulla riattribuzione del sesso. Anche la Strategia per i diritti LGBTI varata dal Governo e coordinata dal Dipartimento Pari Opportunità potrà trovare nuovo impulso da questa decisione. Sempre che la politica italiana non ricada nell’antico vizio di approvare buoni propositi in Europa e di ignorarli poi in patria.
Articolo pubblicato sull’Huffington Post