Sono tornato dalle mie vacanze in Spagna ed ho trovato un’Italia ancora più impazzita. L’immagine di quei vigili urbani di Termoli che cercano di chiudere un ambulante nel bagagliaio della macchina la dice lunga sulla caduta di certi freni inibitori che rappresentavano solidi argini alla strafalcioneria italica. Francesco Merlo, firma di punta del nostro quotidiano più laico, ha attaccato frontalmente Arcigay per le proteste contro il vergognoso oscuramento della presenza di una famiglia omosessuale – Domenico, Pierrick e il piccolo Ethan- sull’aereo esploso a Madrid. E l’ha fatto con un accanimento e un astio che la dice lunga su quanta omofobia permanga anche nella parte più progressista della nostra intellighenzia. Concita De Gregorio (brava, bella, brillante: i migliori auguri!) inizia il suo editoriale di esordio alla direzione dell’Unità scrivendo: “Sono cresciuta in un Paese fantastico di cui mi hanno insegnato ad essere fiera”. Confesso di avere provato un certo imbarazzo leggendo quella frase. Anch’io sono cresciuto in un paese fantastico di cui mi hanno insegnato ad essere fiero. Il fatto è che col tempo il mio paese mi sembra sempre meno fantastico ed ogni tanto mi capita anche di provare un po’ di vergogna. Poi mi guardo intorno e vedo l’Italia che mi piace. A Bologna centinaia di volontari sono già all’opera per mettere a punto la Festa dell’Unità. Le organizzazioni lgbt stanno preparando un autunno di mobilitazione contro la totale afasia del governo. L’Italia che non si arrende continua a scavare. Ma sì, dopo tutto vale la pena riporre il telo da bagno e rimboccarsi di nuovo le maniche. La lotta, nonostante tutto, continua.
Sergio Lo Giudice
Caro Sergio, bentornato in Italia. C’è tanto bisogno di persone come te: autorevoli, sagge e mai autoreferenziali. Mi auguro che presto possa tornare a ‘buttarti nella mischia’. Antonietta.
Ps: a quando un bel post sulle elezioni americane? Hai visto la straordinaria mobilitazione lgbt per Obama?
Ho visto: 277 delegati dichiaratamente gay alla convention democratica: più che al congresso di Arcigay! Uno di questi giorni scriverò qualcosa su Obama, di cui sono un fan.
Grazie per il bentornato e per le belle parole!
Lungi da me il volerti dissuadere dal tuo SACROSANTO impegno, carerrimo Sergio.
Voglio però dedicarti due citazioni:
La prima è di Renzo Piano, architetto:
«Ho l´impressione sempre più spesso, quando torno in Italia, che siamo diventati un paese prigioniero delle paure. E la prima è quella del futuro. Declinata in varie forme.
Fanno paura la società multietnica, i cambiamenti sociali, le scoperte scientifiche, sempre rappresentate come pericoli,
la contemporaneità in generale.
Si fa strada, perfino fra i giovani, la nostalgia di un passato molto idealizzato. Si combina una memoria corta e una speranza
breve, e il risultato è l´immobilità.
Il passato sarà un buon rifugio,
ma il futuro è l´unico posto dove possiamo andare».
***
La seconda è di Pino Cacucci, scrittore:
“La fuga è invece l’unica scelta dignitosa
quando non puoi cambiare più nulla,
e non vuoi neppure lasciarti coinvolgere,
diventare complice”.