L’allarme è partito dall’Irqo, l’associazione queer iraniana con sede in Canada, ed è stato rilanciato dai gruppi francesi e inglesi: Makwan Moloudzadeh, un kurdo iraniano di 21 anni, potrebbe essere presto impiccato. La sua colpa? Quella di aver commesso, almeno secondo le autorità iraniane che l’hanno processato, il crimine di lavat-e iqabi, cioè rapporti anali.
Il giudizio è stato emesso in prima istanza il 7 giugno scorso dalla prima camera del tribunale penale di Kermanshah, nell’Iran dell’ovest. A portare alla sbarra Makwan Moloudzadeh è stato un altro ragazzo che lo ha accusato di averlo violentato. Durante gli interrogatori in carcere, Makwan avrebbe subito maltrattamenti, e solo in seguito a questi avrebbe confessato di aver avuto un rapporto sessuale con il suo accusatore. È importante notare che all’epoca in cui sarebbero avvenuti i fatti, cioè nel 1999, i due ragazzi avevano appena tredici anni.
Per tutti i minori di quattordici anni colpevoli di “atti omosessuali”, la legge iraniana prevede “solo” 74 frustate. Questa volta, però, e nonostante la ritrattazione scritta dei testimoni dell’accusa, il giudice, esercitando una sua facoltà, cioè l’affermazione di una convinzione personale che non necessita di prove (elm-e qazi), si è detto certo che tra i due c’è stata penetrazione. Da qui la condanna a morte per Makwan Moloudzadeh, una sentenza che la Corte Suprema non ha mancato di confermare il 1° agosto scorso. Makwan dovrà essere ucciso in pubblico, non lontano dalla propria abitazione.
Le varie fonti reperibili (che trovate, come sempre, alla fine di questo post) non precisano se sia una questione di giorni o di ore. Probabilmente nessuno lo sa, viste le scontate difficoltà frapposte dall’Iran alla circolazione di notizie di questa natura. È chiaro, però, che bisogna intervenire in fretta perché l’esecuzione della sentenza venga bloccata. L’associazione francese SOS-Homophobie, così come la sezione belga di Amnesty International, chiedono di fare pressione sulle autorità di quel paese, inviando loro delle e-mail (in persiano, in arabo, in inglese o nella vostra lingua), nelle quali:
– si preghi il responsabile del potere giudiziario di chiedere alla Corte Suprema di riesaminare il caso di Makwan Moloudzadeh, che era minorenne al momento del presunto delitto, secondo il Codice civile e il Codice penale iraniani;
– ci si mostri preoccupati all’idea che Makwan Moloudzadeh non abbia beneficiato di un procedimento equo, dal momento che il giudice si è basato su criteri soggettivi e arbitrari, contrari alla Convenzione sui diritti dell’infanzia, e che nessuno sembra aver tenuto conto, nella procedura d’appello, del fatto che i testimoni avevano ritrattato le loro dichiarazioni;
– ci si dichiari preoccupati all’idea che Makwan Moloudzadeh sia mandato a morte per fatti commessi quando aveva meno di diciotto anni, e si chieda alle autorità di impedire immediatamente l’esecuzione e a commutare la pena;
– si ricordi alle autorità che il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione sui diritti dell’infanzia, due trattati che l’Iran ha sottoscritto, vietano il ricorso alla pena capitale contro i minori di diciotto anni al momento dei fatti contestati, e che l’esecuzione di Makwan Moloudzadeh costituirebbe una violazione del diritto internazionale;
– si chieda alle autorità iraniane l’impegno ad abolire la pena di morte per i delitti commessi dai minori di diciotto anni, al fine di rendere il diritto iraniano conforme agli impegni presi da quello stato nei confronti del diritto internazionale;
– si faccia presente che riconoscete a tutti gli Stati il diritto e il dovere di processare le persone sospettate di aver infranto la legge, ma che vi opponete alla pena di morte in qualsiasi circostanza;
– si chieda il più generale rispetto per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.
Potete spedire le vostre e-mail di protesta a
Guida spirituale della Repubblica islamica d’Iran:
His Excellency Ayatollah Sayed ‘Ali Khamenei
info@leader.ir
(Formula d’inizio: Your Excellency oppure Excellence,…)
Responsabile del potere giudiziario:
Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi
Ministry of Justice, Ministry of Justice Building,
Panzdah-Khordad Square
info@dadgostary-tehran.ir
(nel campo destinato all’oggetto, scrivere: “FAO Ayatollah Shahroudi”. Formula d’inizio: Your Excellency)
Mettere in copia
Presidente del Majlis-e Shoura-e Islami (Assemblea consultiva islamica):
hadadadel@majlis.ir
(Formula d’inizio: Your Excellency,…)
Direttore della prigione centrale di Kermanshah:
markazi@kermanshaprisons.ir
ahead@kermanshaprisons.ir
(Formula d’inizio: Dear Sir,…)
Fonti: Amnesty International Belgique, Irqo, Têtu, SOS-Homophobie.
Caro Lo Giudice, quando si va giù di copia-incolla si dovrebbe almeno avvisare l’autore del post e citarlo: http://querelles.blogspot.com/2007/11/agire-prima-del-boia-urgente.html
Hai ragione Gabriele, me ne scuso. Pensavo di avere ricopiato un appello standard. Purtroppo la notizia è che Makwan è stato giustiziato ieri. Ne hanno dato notizia le agenzie stampa e oggi la notizia è stata rilanciata dal gruppo EveryOne (http://www.everyonegroup.com ). L’ayatollah Shahroudi aveva sospeso la condanna solo pochi giorni fa, ma la condanna a morte per sodomia è giunta ugualmente.
Esprimo orrore e sdegno per il criminale assassinio del ragazzo iraniano; è necessaria un mobilitazione eccezionale contro i criminali che in nome di Dio e della religione incarcerano, torturano e sopprimono vite umane innocenti.
Emanuele
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