“La riforma del Senato può essere una buona occasione per consolidare gli strumenti di democrazia diretta favorendo la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Per questo ho firmato oggi l’emendamento a prima firma della senatrice PD Doris Lo Moro sulle proposte di legge di iniziativa popolare”. Lo rende noto Sergio Lo Giudice, senatore del Partito Democratico.

“L’emendamento, sottoscritto da ventiquattro senatori di tutte le aree del Pd, fissa in dodici mesi il termine massimo per la trattazione delle proposte di legge di iniziativa popolare. Se il termine trascorre inutilmente o la proposta é respinta, cinquecentomila elettori potranno chiedere che l’ultima parola sia data agli elettori. Attraverso questa sorta di referendum propositivo si darebbe effettiva sostanza alla partecipazione attiva dei cittadini al processo di costruzione delle leggi. Ad oggi infatti nessuna legge di iniziativa popolare è mai stata approvata dal Parlamento italiano”.

“Insieme a Casson, Chiti ed altri trenta senatori- continua Lo Giudice- ho presentato anche un emendamento per ridurre da duecentocinquantamila a centomila il numero di firme necessaria per depositare un progetto di legge di iniziativa popolare. Spero che il voto sugli emendamenti possa consegnare al paese una Costituzione in cui la partecipazione dei cittadini sia ulteriormente valorizzata. La crisi della rappresentanza politica non si risolve attraverso interventi di ingegneria istituzionale ma mettendo in campi strumenti reali di partecipazione, anche di democrazia diretta”.

Roma, giovedì 17 luglio 2014
Sen. Sergio Lo Giudice

RIFORME: LO GIUDICE “AMPLIARE STRUMENTI PARTECIPAZIONE DIRETTA”
ROMA (ITALPRESS) – “La riforma del Senato puo’ essere una buona occasione per consolidare gli strumenti di democrazia diretta favorendo la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Per questo ho firmato oggi l’emendamento a prima firma della senatrice PD Doris Lo Moro sulle proposte di legge di iniziativa popolare”. Lo afferma in una nota Sergio Lo Giudice, senatore del Partito Democratico. “L’emendamento, sottoscritto da ventiquattro senatori di tutte le aree del Pd, fissa in dodici mesi il termine massimo per la trattazione delle proposte di legge di iniziativa popolare. Se il termine trascorre inutilmente o la proposta e’ respinta, cinquecentomila elettori potranno chiedere che l’ultima parola sia data agli elettori – aggiunge -. Attraverso questa sorta di referendum propositivo si darebbe effettiva sostanza alla partecipazione attiva dei cittadini al processo di costruzione delle leggi. Ad oggi infatti nessuna legge di iniziativa popolare e’ mai stata approvata dal Parlamento italiano”. “Insieme a Casson, Chiti ed altri trenta senatori – continua Lo Giudice – ho presentato anche un emendamento per ridurre da duecentocinquantamila a centomila il numero di firme necessaria per depositare un progetto di legge di iniziativa popolare. Spero che il voto sugli emendamenti possa consegnare al paese una Costituzione in cui la partecipazione dei cittadini sia ulteriormente valorizzata. La crisi della rappresentanza politica non si risolve attraverso interventi di ingegneria istituzionale ma mettendo in campi strumenti reali di partecipazione, anche di democrazia diretta”. (ITALPRESS). sat/com 17-Lug-14 15:40 NNNN

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