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Oggi si é riunito il Gruppo PD in Senato per discutere dell’avvio del processo di riforme istituzionali.
Ci sono alcune riforme urgenti, che i cittadini chiedono e che rappresentano uno dei compiti principali di questo strano mandato parlamentare: la riforma elettorale, il superamento delle Provincie, la trasformazione del Senato in luogo di rappresentanza delle Regioni, l’abolizione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti e la sua sostituzione con forme trasparenti di auto finanziamento. Ce n’é un’altra che a me pare meno urgente ( e non so quanto utile ed efficace) che riguarda l’adozione di un sistema semi presidenziale alla francese che dia ai cittadini la possibilità di scegliere direttamente il capo dello Stato. Ad ogni modo c’é un gran lavoro da fare e in questi giorni dobbiamo decidere come organizzarlo.

Per fortuna é stata abbandonata l’ipotesi di una Convenzione per le riforme aperta ad esperti esterni, che avrebbe dovuto preparare una proposta da fare votare al Parlamento senza emendamenti: un’idea che aveva fatto inorridire i principali costituzionalisti italiani, da Onida a Zagrebelsky
La proposta di riforme che le due Camere saranno chiamate a discutere ( e se lo ritengono a modificare) sarà predisposta da un Comitato paritetico composto da componenti delle commissioni Affari Costituzionali delle due Camere. Gli esperti esterni saranno coinvolti in una commissione che sarà istituita dal Governo a solo scopo consultivo. Tutto questo significa che non sarà necessario modificare l’art.138 della Costituzione. É invece prevista una legge di deroga a quell’articolo per istituire il Comitato paritetico e, soprattutto, per dare corso ad una pratica che in questa fase appare necessaria: le riforme approvate dal Parlamento , anche se approvate dalla maggioranza dei due terzi prevista dalla Costituzione, saranno comunque sottoposte a referendum popolare. Questo per quanto riguarda le procedure.
Subito dopo si aprirà la discussione nel merito delle riforme. Su questo ho chiesto al gruppo , unendomi ad un’analoga richiesta di Vannino Chiti, di coinvolgere i nostri iscritti ed elettori in una discussione aperta che ci consenta di spiegare le ragioni delle nostre proposte e di tenere conto delle valutazioni della nostra base.
il 2 giugno in piazza Santo Stefano a Bologna ci sarà un’iniziativa su questo tema promossa da Libertà e Giustizia dal titolo “Non è cosa vostra”. Ci saranno Zagrebelsky, Saviano, Rodotà, Settis, Camusso e molti altri. Anch’io ho aderito, sarà l’occasione per confrontarci insieme a tanti su dove sta andando questo paese. www.libertaegiustizia.it/non-e-cosa-vostra

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