vignetta di mauro biani www.sestaluna.com/maurobiani
La vicenda del mancato intervento di Ratzinger alla Sapienza ha alimentato un polpettone mediatico da repubblica delle banane. Come da copione, alla processione di politici cattolici di destra e di sinistra in San Pietro ha fatto seguito una nuova cannonata dalle feritoie di Castel Sant’Angelo contro il governo Prodi e il Pd di Veltroni. Intanto Mastella informava (solo informava? ) i gerarchi vaticani del suo affondo al governo. Un pasticcio prodotto in primo luogo dal rettore della Sapienza con un invito inopportuno che è stato abilmente trasformato nell’ennesima occasione per passare all’incasso sui noti temi: dal no alle coppie di fatto all’aumento dei fondi pubblici. In questo clima avrei volentieri rilanciato, anche dai banchi del consiglio comunale di Bologna, un appello alla ragione da parte di tutti, alla necessità che ognuno sia garantito davvero nella sua libertà di parola e di espressione, al recupero di un sereno confronto fra credenti e non credenti all’insegna della laicità e del rispetto della Costituzione come unica fonte di legittimità. Non potevo condividere, invece, un attestato di solidarietà al papa da parte del gruppo Pd preceduto da un’analisi a senso unico che ne tratteggiava un ruolo di vittima di intolleranza illiberale. Così ho dissociato ( insieme ad altri consiglieri Pd) la mia opinione da quella espressa a nome di tutti noi dalla nostra vice capogruppo ex Dl. Ne è nata una piccola frizione con risvolti di stampa che riporto nel file allegato. Nel Pd non è tempo di polemiche ma di costruzione di sintesi avanzate: ma per fare questo bisogna essere in due. Le fughe in avanti producono reazioni inevitabili. Spero che ci serva per il futuro. pd-bo-e-ratzinger-22108.pdf
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con lo spegnersi dei riflettori sul caso Ratzinger/Sapienza che ha portato allo “sputarsi in faccia” tra laici prima ancora che ad un qualsiasi confronto con la “squadra avversaria”, magari un po’ alla volta si comincia a ragionare. Si è subito caduti nella trappola della libertà di parola (ma nessuno ha tolto al papa la libertà di parola, io infatti non ho visto leggi che invocassero prigionia o abiura per il papa o altre forme di reale persecuzione) senza rendersi conto che quella di cui stavamo parlando non era libertà di parola ma libertà di insegnamento la quale implica un dovere e una responsabilità maggiori che non la semplice manifestazione pubblica del proprio pensiero (libertà di parola).
Un docente non può dire tutto ciò che vuole perché non può ledere la libertà di pensiero (autonomo) dei propri allievi, anzi deve, ripeto DEVE, fare tutto il possibile per stimolarla.
Un docente è libero di presentare il proprio punto di vista, ma solo all’interno della pluralità di punti di vista in competizione nella sua disciplina, cercando di mettere in luce pregi e difetti di tutti i punti di vista compreso il proprio e lasciando agli studenti il compito di scegliere quello che reputano il migliore.
Se un docente non è in grado di fare questo da solo allora l’istituzione scuola, soprattutto ai massimi livelli, ha il dovere di fermarlo o almeno di affiancargli delle voci alternative.
un’ auto-correzione sostituirei l’ultimo “almeno” con “meglio”
Caro prof,
sono una sua ex-studentessa del liceo Copernico. Probabilmente solo dal nome non potrà proprio ricordarsi di me, ma non importa. Volevo scriverle ma non sono riuscita a trovare la sua mail quindi ho deciso di inserire un commento in questo blog anche se non riguarda questo articolo nella speranza che lo legga comunque.
Ho visto la sua partecipazione in quella trasmissione televisiva di ieri su raidue. Sono rimasta davvero dispiaciuta della modo in cui è stato trattato e del modo in cui le sue parole sono (anzi non sono) state prese in considerazione. Il mio dispiacere è dovuto alla profonda ammirazione che io come studentessa (ma immagino il 99% dei suoi ex-studenti) ha nei suoi confronti.
Forse anche per me non è facile affrontare certi argomenti o capire le vere problematiche delle persone gay ma aver avuto la possibilità di conoscerla mi ha permesso di avere maggiore coscienza di alcuni pregiudizi diffusi (cioè di capire quelli che sono solo pregiudizi lontani dalla realtà).
Mi sono risultate davvero antipatiche e poco disposte al dialogo le persone con cui ieri si è dovuto confrontare, peccato perchè sperare che qualcosa cambi in questo modo è davvero un’utopia.
Mi ritengo davvero fortunata ad aver avuto la possibilità di conoscerla.
Alice
Cara Alice, certo che mi ricordo di te! Mi ricordo bene anche delle tue belle parole in una ripresa che la Rai volle fare al Copernico sul progetto “Differenti ma uguali” contro l’omofobia a scuola.
Non preoccuparti per quella trasmissione (per chi altri legge queste righe: nei giorni scorsi ho partecipato a due puntate di “Italia sul Due” , su RaiDue, una sulla visita del papa alla Sapienza – e così rientriamo nel topic – e una, di cui parla Alice, sulla genitorialità di lesbiche e gay): so bene che si tratta di un argomento difficile, su cui ci sono tanti pregiudizi e poco consenso. Mi ha fatto comunque piacere avere l’occasione di parlarne, sperando di avere seminato qualche dubbio in chi si trincera dietro le sue certezze. Grazie per le tue belle parole. Spero che avremo l’occasione di incontrarci.
Caro Sergio,
approfitto delle belle e fresche parole di Alice, per ringraziarla del paziente, mite ma testardo impegno per i diritti civili di tutti: come professore, come consigliere comunale, come cittadino. Mi ha fatto male, fresca di adesione, non indolore al PD, l’intervento di due lunedì fa in consiglio, della Vice capogruppo PD, spero sia stata un’occasione per riflettere e tentare un indispensabile cammino comune. A pro posito di scuola, tempo fa le ho chiesto del materiale sul progetto portato avanti nel suo liceo “Differenti ma uguali” ,per tentare di aprire una breccia nella scuola media frequentata da mio figlio. Il progetto è piaciuto, ha interessato soprattutto un’insegnante di lettere che spero risca a coinvolgere altri colleghi almeno in una prima fase formativa genitori/insegnanti.
Grazie
Anna
Caro Professore, sono un suo allievo dell’anno scol. 67-68 al Copernico, ma forse dal nome e dal cognome non si può ricordare di me.
Le dico anche il mio soprannome: Giovanni Maria.
Volevo chiederle di battersi anche per il progetto “Uguali ma differenti” promosso dall’amico On. Garagnani.
Non è giusto che solo perchè l’On. è Rom tutti se lo schifino.
In fondo, e io lo so perchè prendeva sempre la cabina a Ladispoli vicina alla mia, guardi, che è un tipo a posto.
La saluta tanto la mia amica Orrie, che è Danese. Pensi noi la chiamavamo per questo Orrie Da!
Martuffo
Caro Martufello,
certo che mi ricordo di te. Eri quello che nascondeva il magnetofono in sala insegnanti per stanare i simpatizzanti di Saragat. Ma viste le tue frequentazioni estive,questo non mi stupiva. Mi ricordo che, per punizione, io e la mia collega di danese Perfie chiudemmo te e Fabietto nel magazzino delle scope per tre settimane. Bei tempi…
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