Il Messaggero riprende le mie dichiarazioni di ieri sull’approvazione della legge sulle nozze gay della Regina d’Inghilterra.

Schermata 07-2456492 alle 12.05.36

Il Messaggero 18.07.13
“Nozze gay, la Gran Bretagna dice sì: è arrivato anche il sigillo della Regina”

LONDRA – Dopo un percorso parlamentare travagliato ieri la legge sulle nozze gay ha ottenuto il via libera definitivo grazie all’approvazione formale della regina Elisabetta. Dopo la Francia, anche la Gran Bretagna fa un grande passo avanti verso l’uguaglianza e la prossima primavera (il tempo di implementare le norme) potrà celebrare i primi matrimoni tra coppie dello stesso sesso.

La legge permette loro di sposarsi con cerimonia sia civile che religiosa e di convertire la precedente civil partnership in matrimonio vero e proprio. Adesso toccherà alle diverse organizzazioni religiose fare sapere se intendono o meno aderire. La chiesa cattolica e i musulmani hanno già rigettato la proposta criticandola aspramente. Mentre la chiesa d’Inghilterra e quella del Galles (pure contrarie) sono escluse per legge per evitare di trovarsi impelagate in cause per discriminazione e violazione dei diritti umani. Il capo degli anglicani, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, aveva già espresso qualche settimana fa il suo giudizio: «Questa decisione abolisce l’istituzione del matrimonio, la ridefinisce e la ricrea. Il risultato è solo la confusione».

GLI ENTUSIASTI
Ad aver mostrato entusiasmo per questo importante passo sono stati finora i quaccheri e l’ebraismo liberale. Il rabbino Danny Rich, che rappresenta 40 sinagoghe in tutto il Paese, ha commentato al Daily Telegraph: «Mi congratulo con i parlamentari che hanno messo l’uguaglianza prima del pregiudizio. Non vediamo l’ora di celebrare il nostro primo matrimonio gay».

Anche le Camere hanno esultato quando è giunta la notizia del sigillo reale, nonostante molti conservatori avessero votato contro durante i vari passaggi in parlamento. Elisabetta II ha approvato una delle leggi più radicali del suo regno, commentano i giornali britannici. E il risultato è tanto più straordinario se si considera che la norma è stata fortemente voluta da un premier conservatore, David Cameron, che ha rischiato di perdere il consenso del suo stesso partito.

Mentre le associazioni in difesa dei diritti gay ieri proclamavano la loro vittoria, la chiesa cattolica ha riservato parole durissime: «Il matrimonio ha perso significato. Non è più l’unione tra un uomo e una donna per la procreazione dei figli. Hanno deciso che adesso deve essere qualcosa di diverso di ciò che è stato per tutta la storia dell’umanità», ha criticato Dave Landrum, direttore di Evangelical Alliance.

Ma qualche dichiarazione amareggiata è arrivata anche tra le file dei conservatori. «È incredibile come una legge rifiutata dalla maggioranza dei Tory si sia fatta strada come un bulldozer attraverso le due Camere», ha detto alla Bbc il deputato Gerald Howarth, da sempre critico sull’iniziativa di Cameron.

VITTORIA SCHIACCIANTE
È alla camera Alta che il provvedimento ha incontrato la resistenza più dura. Lord Dear aveva proposto un emendamento che ne avrebbe impedito un secondo passaggio bloccandola definitivamente e mettendo in grave imbarazzo il premier. Ma alla fine la vittoria è stata schiacciante: 390 voti contro 148. Mentre ai Comuni era passata con una maggioranza di 205 voti.

Anche dall’Italia ci sono state reazioni. «È triste che la Repubblica italiana si faccia dare lezioni di uguaglianza fra i cittadini da una testa coronata», ha dichiarato Sergio Lo Giudice, senatore del Pd ed ex presidente di Arcigay.

FONTE

Il Messaggero

css.php