Quanto è laico il Pd? I documenti fondativi del partito democratico prefigurano un partito in cui la laicità rappresenta una delle principali bussole.
In tema di diritti delle persone Lo Statuto dice parole chiare: il Pd “riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica”.
Principio ribadito nel Codice Etico: “ Le donne e gli uomini del Partito Democratico considerano il pluralismo una ricchezza. Riconoscono e promuovono il principio di laicità della politica e delle istituzioni. Si impegnano perché le differenze non siano ostacolo alla partecipazione ma opportunità di dialogo e di crescita, e perché i diritti e le libertà si impongano sul razzismo e sulla violenza. Contrastano ogni forma di discriminazione nel nome dell’uguaglianza sostanziale.
Anche
Nel Manifesto si descrive l’impegno per la laicità dello Stato come “un valore essenziale dell’impegno del Partito Democratico. La laicità dello Stato garantisce il rispetto di ogni persona nelle sue convinzioni più profonde e assicura a ciascuno gli stessi diritti e gli stessi doveri.” Laicità “non come il luogo di una presunta neutralità, ma come rispetto e valorizzazione del pluralismo degli orientamenti culturali, e quindi anche come riconoscimento della rilevanza, nella sfera pubblica e non solo privata, delle religioni, dei convincimenti filosofici ed etici, delle diverse forme di spiritualità.”. Accanto a questo, il necessario contraltare, l’argine fra la libertà di espressione e lo sconfinamento nelle prerogative istituzionali: “in un’epoca contrassegnata da nuove conquiste di civiltà, ma anche da antichi e recenti fondamentalismi, la laicità dello Stato garantisce che le istituzioni appartengano a tutti e che le decisioni democratiche siano assunte in modo libero e autonomo.”
Da qui discendono anche politiche familiari fondate su una lettura delle relazioni familiari non statica e ideologica, ma dinamica e concreta: “ La società giusta che noi vogliamo (…) interpreta il ruolo della famiglia tenendo conto sia dei diritti e doveri dei membri che la compongono, sia delle nuove esigenze espresse dalla società civile”, in quanto “le famiglie, nella loro concreta condizione, sono destinatarie e protagoniste delle politiche sociali”. Quindi “vanno riconosciuti e disciplinati per legge i diritti e doveri delle persone conviventi in unioni di fatto”.
L’analisi dei documenti è indubbiamente accurata… ma mi permetto solo di notare che sul Manifesto dei Valori non c’è alcuna associazione tra il tema della famiglia e quello delle unioni di fatto, come invece si potrebbe pensare dalla tua sintesi.
Sul Manifesto si parla di famiglia rispetto al welfare ed alla società giusta, mentre l’inciso sulle unioni di fatto è stato inserito – piuttosto malamente – tra le nuove opportunità formative, professionali e della “dimensione affettiva” che la società aperta ci offre.
Come dire: possiamo laurearci in scienze statistiche marziane, diventare ballerini di Maria de Filippi ed essere pure conviventi. Ci è concesso. Alé. 🙂
Zonasedna
E’ vero che i due temi sono trattati separatamente nel manifesto: il “quindi” è mio.
E’ vero però che non si tratta solo di una presa d’atto ma di un preciso impegno per una legge, impegno che è stato esplicitamente ribadito nel discorso di Walter Veltroni all’Assemblea nazionale del Pd la settimana scorsa a Roma.
Concordo con zonasedna.
Nel manifesto dei valori del PD, se lo si legge senza paraocchi o euforie pre-elettorali, la questione famiglia (al singolare) è separata dalla questione unioni civili. questo è il primo senso che se ne trae: per il PD, quelle omosessuali e quelle eterosessuali fuori dal matrimonio non sono famiglie in senso proprio. e qui non ci siamo proprio, direi.
poi bisogna riconoscere che un passo in avanti e grosso è stato fatto (e io, che son onesto e poco fiducioso nei confronti del progetto politico targato PD non ho problemi a riconoscerlo): s’è mantenuta la lotta alle discriminazioni secondo l’orientamento sessuale nello statuto (e non era scontato… all’inizio dell’avventura del PD molti, io compreso, pensavamo che sarebbe stata tolta lasciando spazio solo a quella contro le discriminazioni di genere); s’è preso l’impegno per una legge sulle unioni civili.
ok, non è l’acquisizione come propria della richiesta del movimento lgbt italiano, ovvero la parità di diritti e dei doveri, ma è un passo in avanti rispetto al nulla odierno.
prima di lamentarmi del poco, personalmente, prima voglio avere qualcosa 😉
poi si lavora per aumentarlo, of course 🙂
e non si fanno regali a nessuno (seconda regola).
baci,
maurizio.
Concordo anch’io, non voglio certo negare quello che è un punto dolente. Attualmente nel Pd il livello di equilibrio sul tema coppie di fatto è quello prodotto durante la discussione sui Dico: un accordo dei cattolici del partito per una legge sui diritti delle coppie (anche) gay in cambio di una separazione di questo tema da quello della famiglia. E’ una questione aperta e in movimento. A Bologna, per esempio, si è votato un atto di indirizzo sulle famiglie che non fa nessuna differenza fra quelle sposate e quelle di fatto. C’è una partita in corso e la stiamo giocando. Fossimo di più saremmo più forti.
C’è una partita in corso e la stiamo giocando. Fossimo di più saremmo più forti.
Ah d’accordo, è un vecchio discorso, che si può (si deve) anche ribaltare: se il pd fosse più coraggioso nel sostenere l’estensione dei diritti civili e anche quelli richiesti dal movimento omosessuale, allora forse più omosessuali, bisessuali e transessuali combatterebbero questa battaglia dentro il pd…
cmq, più froci ci saranno meglio è. 😀
divertitevi! Io andrò al mare… e poi di corsa a fare il biglietto aereo per la Svezia (“Sola andata, grazie!”), dove c’è una destra al governo che fa capire quanto sia ammuffita la nostra sinistra.
“Nessuna candidatura di una rappresentate o un rappresentante degli omosessuali nel PD”:
http://www.corriere.it/politica/08_febbraio_28/pd_gay_esclusi_strappo_018d05ee-e5c8-11dc-ab61-0003ba99c667.shtml
“Insomma, allo stato delle cose, il Partito democratico preferisce soprassedere, onde non rinfocolare la polemica con la Chiesa e i teodem”.
“Ovvieranno a questa mancanza i radicali? […] Al momento anche il Pr appare afono su quel fronte.”
Ecco come stanno le cose…