teodem
Per me democrazia significa giustizia sociale, solidarietà e libertà di costruire la propria vita secondo i propri principi. Per questo sono convinto che la laicità sia la cornice necessaria di una città vissuta come casa comune dai credenti nelle diverse religioni e dai non credenti.
Da non credente, non penso che l’identità religiosa di una persona possa essere confinata fra le mura di casa. Altra cosa, però, è pretendere di imporre agli altri, attraverso le leve dell’amministrazione o della decisione politica, comportamenti o stili di vita e di vietarne altri solo perché non conformi alle categorie morali o a principi dottrinali della propria religione.

Purtroppo molti credenti impegnati in politica (fra questi anche i cosiddetti teodem) pretendono che la loro obbedienza ad una chiesa debba travalicare la loro fedeltà alla Costituzione e il rispetto dell’autonomia degli altri cittadini.  Per fortuna esistono tanti altri credenti (ne conosco tanti nel PD) che vivono con laicità il loro impegno politico e sanno che amministrare significa rendere più facile alle persone progettare la propria vita secondo i propri principi e non di costringerle dentro percorsi imposti.

Sono impegnato per la parità dei diritti delle coppie di fatto, anche omosessuali, parità che a Bologna è pienamente rispettata, dall’accesso alle graduatorie ERP, ai prestiti  per giovani coppie. Più volte sono intervenuto in aula a difesa della libertà di espressione di fronte a tentativi di censura di produzioni artistiche da parte politica o religiosa. Nel 2008, su mia proposta, è nato un Servizio contro le discriminazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) presso l’Ufficio politiche per le Differenze.

Mi sono speso per la buona manutenzione della sala del Pantheon alla Certosa, affinché i funerali civili abbiano la stessa dignità di quelli religiosi. Per valorizzare la cerimonia di matrimonio civile (a Bologna sono il 66% del totale) ho fatto attivare la trasmissione via Internet dei matrimoni celebrati in Sala Rossa.

Così come penso che le  persone abbiano il diritto di manifestare il proprio punto di vista religioso nella dimensione pubblica, sono convinto che le istituzioni e gli spazi pubblici (aule scolastiche, uffici comunali, aule di tribunale) non debbano contenere simboli religiosi, che inevitabilmente ledono il senso di appartenenza alle istituzioni che ogni cittadino deve avere al di là del proprio credo religioso.

Penso che la scuola pubblica laica sia una palestra di democrazia. Sono per un sistema di scuole pubbliche che copra l’intera richiesta e la possibilità per chi lo voglia di frequentare scuole private senza oneri per lo Stato.  So che per le scuole d’infanzia questo obiettivo non è dietro l’angolo, nonostante a Bologna quelle comunali coprano il 61% del totale. Bologna ha fatto alcuni passi in una direzione che condivido: l’abolizione del buono scuola e una modifica della convenzione con le scuole d’infanzia paritarie che rafforza gli incentivi per la trasparenza e per la riduzione delle tariffe. Bisogna andare avanti nella costruzione di nuovi posti ( fra il 2004  e il 2009 Bologna ha investito 50 milioni di euro in edilizia scolastica) per coprire tutta la domanda con l’intera offerta pubblica, magari anche rivedendo la ripartizione degli oneri di urbanizzazione. Intanto, le convenzioni devono garantire standard elevati e atteggiamenti non discriminatori.

Intervenendo in Consiglio sul caso Englaro ho letto il mio testamento biologico ed ho proposto un Registro pubblico delle dichiarazioni anticipate di trattamento, indicando il livello provinciale (quello della dichiarazione di donazione degli organi) come il più idoneo.  L’Assessore provinciale alla Salute ha raccolto la proposta e ne ha investito la Conferenza territoriale socio sanitaria che ha attivato un gruppo di studio per verificarne la fattibilità. Se sarò rieletto lavorerò perché la proposta diventi operativa.

Sergio Lo Giudice

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