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La democrazia si fonda sulla partecipazione. Un elemento indispensabile perché questo non rimanga solo uno slogan è la costruzione di una comunicazione istituzionale veramente democratica e trasparente. Per questo ho portato avanti in questi anni una battaglia per l’introduzione del software libero e open source e per l’utilizzo di formati di dati liberi (cioè non sottoposti a copyright) nell’amministrazione comunale.
L’utilizzo quasi completo dello stesso sistema operativo, infatti, produce un regime di semi-monopolio e non permette agli utenti (e alle pubbliche amministrazioni) di avere il pieno controllo sui propri dati e di poter controllare l’effettiva sicurezza del sistema operativo utilizzato, costringendole, di fatto, a una forte dipendenza dalla casa produttrice.
L’impiego di software libero/open source contribuisce a diffondere la cultura della legalità, data la prassi di copia illegale del software proprietario oggi necessario per accedere ai documenti delle pubbliche amministrazioni.
Per questo ho coinvolto una rete di singoli ed associazioni (come Assoli, Erlug, Bologna Free Software Forum ed altre) ed insieme abbiamo costruito una mozione che è stata poi approvata dal consiglio comunale nel gennaio 2005.  odg-2005-010-panzacchi-lo-giudice-software-libero3
Nel giugno 2005, su mia proposta, il Consiglio comunale ha votato una richiesta alla Commissione Europea, al Consiglio Europeo e al Parlamento Europeo a ritenere prioritario il mantenimento dell’accessibilità degli alfabeti biologici e antropologici per l’accesso al sapere e alla conoscenza, in occasione del dibattito europeo sula brevettabilità del software. odg-2005-133-lo-giudice-brevettabilita-software1

Alla fine del 2008 ho chiesto al settore Sistemi informativi del Comune di relazionare sull’effettivo stato di avanzamento dell’impegno del 2005 sull’introduzione di open source e l’adozione di formati di dati liberi, alla presenza della rete di operatori e associazioni che avevano contribuito alla proposta.
La risposta è stata molto soddisfacente, e mostra che una spinta dal basso verso l’adozione di modalità democratiche di comunicazione può produrre buoni risultati se fondata, come questa, su motivazioni razionali. Ecco i dati forniti dall’amministrazione comunale:

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Vedi anche : www.gnuvox.info/2009/03/bologna-cinque-anni-di-software-libero

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