“La Corte dei Conti ha denunciato, non per la prima volta, una gestione dell’otto per mille dell’Irpef opaca, sempre più gravosa per l’erario e distorsiva del principio di volontarietà dei cittadini. Per questo, insieme ad altri undici senatori, ho presentato un’interpellanza al Ministero dell’economia per sapere come intenda risolvere questo annoso problema.”

Lo rende noto il senatore PD Sergio Lo Giudice, primo firmatario del documento sottoscritto anche dalle senatrici e dai senatori Albano, Amati, Battista, Bignami, Cirinnà, Dirindin, Gotor, Guerra, Mastrangeli, Pezzopane e Ricchiuti.

“La ripartizione dell’inoptato distorce la volontà dei cittadini – spiega Lo Giudice -, dato che chi non specifica di voler destinare il proprio otto per mille né allo Stato né a una confessione religiosa vedrà comunque assegnata la propria quota in proporzione alle scelte degli altri contribuenti. Così lo scorso anno, col solo 36,75% delle preferenze, la Chiesa cattolica si è vista assegnare il 79,94% del totale, pari a più di un miliardo di euro. Il Governo, inoltre, non pubblicizza in nessun modo la possibilità di destinare l’otto per mille allo Stato, né mette in atto controlli accurati sulla destinazione dei fondi, come anche denunciato dalla stessa Corte dei Conti. Siamo di fronte a un sistema antiquato e poco trasparente che, se riformato, potrebbe liberare risorse importanti per interventi sociali”.

LA NOTIZIA NELLE AGENZIE

Lo Giudice (Pd): rivedere ripartizione e controllo su 8 per mille
La richiesta di 12 senatori al governo

Roma, 20 nov. (askanews) – “La Corte dei Conti ha denunciato, non per la prima volta, una gestione dell’otto per mille dell’Irpef opaca, sempre più gravosa per l’erario e distorsiva del principio di volontarietà dei cittadini. Per questo, insieme ad altri undici senatori, ho presentato un’interpellanza al ministero dell’Economia per sapere come intenda risolvere questo annoso problema”. Lo rende noto il senatore Pd, Sergio Lo Giudice, primo firmatario del documento sottoscritto anche dalle senatrici e dai senatori Albano, Amati, Battista, Bignami, Cirinnà, Dirindin, Gotor, Guerra, Mastrangeli, Pezzopane e Ricchiuti.

“La ripartizione dell’inoptato distorce la volontà dei cittadini – ha spiegato Lo Giudice -, dato che chi non specifica di voler destinare il proprio otto per mille né allo Stato né a una confessione religiosa vedrà comunque assegnata la propria quota in proporzione alle scelte degli altri contribuenti. Così lo scorso anno, col solo 36,75% delle preferenze, la Chiesa cattolica si è vista assegnare il 79,94% del totale, pari a più di un miliardo di euro. Il Governo, inoltre, non pubblicizza in nessun modo la possibilità di destinare l’otto per mille allo Stato, né mette in atto controlli accurati sulla destinazione dei fondi, come anche denunciato dalla stessa Corte dei Conti. Siamo di fronte a un sistema antiquato e poco trasparente che, se riformato, potrebbe liberare risorse importanti per interventi sociali”.

OTTO PER MILLE, LO GIUDICE (PD): RIVEDERE I CRITERI DI RIPARTIZIONE E DI CONTROLLO

(9Colonne) Roma, 20 nov – “La Corte dei Conti ha denunciato, non per la prima volta, una gestione dell’otto per mille dell’Irpef opaca, sempre più gravosa per l’erario e distorsiva del principio di volontarietà dei cittadini. Per questo, insieme ad altri undici senatori, ho presentato un’interpellanza al Ministero dell’economia per sapere come intenda risolvere questo annoso problema.” Lo rende noto il senatore PD Sergio Lo Giudice, primo firmatario del documento sottoscritto anche dalle senatrici e dai senatori Albano, Amati, Battista, Bignami, Cirinnà, Dirindin, Gotor, Guerra, Mastrangeli, Pezzopane e Ricchiuti. “La ripartizione dell’inoptato distorce la volontà dei cittadini – spiega Lo Giudice -, dato che chi non specifica di voler destinare il proprio otto per mille né allo Stato né a una confessione religiosa vedrà comunque assegnata la propria quota in proporzione alle scelte degli altri contribuenti. Così lo scorso anno, col solo 36,75% delle preferenze, la Chiesa cattolica si è vista assegnare il 79,94% del totale, pari a più di un miliardo di euro. Il Governo, inoltre, non pubblicizza in nessun modo la possibilità di destinare l’otto per mille allo Stato, né mette in atto controlli accurati sulla destinazione dei fondi, come anche denunciato dalla stessa Corte dei Conti. Siamo di fronte a un sistema antiquato e poco trasparente che, se riformato, potrebbe liberare risorse importanti per interventi sociali”. (PO / red) 201114 NOV 15

LPN-Lo Giudice (Pd): documento 12 senatori per rivedere 8Xmille
Roma, 20 nov. (LaPresse) – “La Corte dei Conti ha denunciato, non per la prima volta, una gestione dell’otto per mille dell’Irpef opaca, sempre più gravosa per l’erario e distorsiva del principio di volontarietà dei cittadini. Per questo, insieme ad altri undici senatori, ho presentato un’interpellanza al ministero dell’Economia per sapere come intenda risolvere questo annoso problema”. Lo rende noto il senatore Pd Sergio Lo Giudice, primo firmatario del documento sottoscritto anche dalle senatrici e dai senatori Donatella Albano, Silvana Amati, Lorenzo Battista (Aut), Laura Bignami (Misto), Monica Cirinnà, Nerina Dirindin, Miguel Gotor, Maria Cecilia Guerra, Marino Germano Mastrangeli (Misto), Stefania Pezzopane e lorenza Ricchiuti.

“La ripartizione dell’inoptato distorce la volontà dei cittadini – spiega Lo Giudice – dato che chi non specifica di voler destinare il proprio otto per mille né allo Stato né a una confessione religiosa vedrà comunque assegnata la propria quota in proporzione alle scelte degli altri contribuenti”.

Roma, 20 nov. (LaPresse) – “Così – prosegue il senatore Pd Lo Giudice – lo scorso anno, col solo 36,75% delle preferenze, la Chiesa cattolica si è vista assegnare il 79,94% del totale, pari a più di un miliardo di euro. Il Governo, inoltre, non pubblicizza in nessun modo la possibilità di destinare l’otto per mille allo Stato, né mette in atto controlli accurati sulla destinazione dei fondi, come anche denunciato dalla stessa Corte dei Conti. Siamo di fronte a un sistema antiquato e poco trasparente che, se riformato, potrebbe liberare risorse importanti per interventi sociali”.

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