Oggi voterò in Senato l’autorizzazione agli arresti domiciliari per il senatore Azzollini.
Non dovrò decidere se Azzollini è colpevole o é innocente. Quello lo deciderà un tribunale all’atto della sentenza definitiva. Non dovrò valutare le carte processuali, che non ho a disposizione: quelle sono state valutate dalla Giunta per le autorizzazioni del Senato, che ha dato parere favorevole all’autorizzazione. Non dovrò stabilire se la misura degli arresti è fondata o no: d’altra parte il Tribunale del riesame ha dato il suo via libera alla misura restrittiva.
Dovrò solo valutare se esiste o no un fumus persecutionis, cioè il fondato sospetto di un atteggiamento persecutorio dei giudici nei confronti del senatore o nei confronti del Senato, modificato nella sua composizione dall’arresto di un suo componente.
Ho letto e ascoltato le relazioni di maggioranze e di minoranza, gli interventi dei colleghi e l’appassionata autodifesa del senatore. Si è parlato molto di merito, ma questa non è un aula di tribunale e noi non siamo giurati. Il mio gruppo ci ha invitati a votare secondo il nostro libero convincimento, anche se in altre occasioni la linea è stata di confermare la posizione tenuta dai nostri rappresentanti nella Giunta per le autorizzazioni. Di fumus persecutionis io non ho visto traccia, per cui voterò a favore dell’autorizzazione. Spero che i senatori Pd facciano lo stesso e che i senatori del M5S non cedano alla tentazione, nel segreto del voto, di votare contro per dare la colpa al Pd. Oggi non ci sono bandierine da piantare: c’é un’inchiesta da rispettare e il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge da salvaguardare.