“Firenze è stata una delle prima città italiane a dotarsi nel 1998 di un registro delle unioni civili: fa onore alla sua storia di città attenta ai diritti civili avere dato avvio oggi al percorso di trascrizione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso contratti all’estero”.

Così il senatore PD Sergio Lo Giudice commenta la notizia dell’approvazione di una mozione, da parte delle due commissioni congiunte Affari generali e Pari opportunità del Comune di Firenze, che chiede al Sindaco di seguire le orme di Napoli, Bologna, Reggio Emilia, Empoli e, presto, Roma.

“Adesso il sindaco Dario Nardella sa di avere il consenso del suo consiglio comunale: spero che vorrà presto unirsi a quei suoi colleghi sindaci che stanno lanciando questo segnale di civiltà procedendo a una trascrizione per cui non esiste alcun impedimento di legittimità.

Rispondendo a un’interrogazione alla Camera – spiega Lo Giudice, il cui matrimonio ad Oslo é stato uno dei primi ad essere trascritti dal Comune di Bologna nei giorni scorsi – il ministro degli interni Alfano ha ribadito quello che è ben noto: la registrazione nei Comuni dei matrimoni fra persone dello stesso sesso stipulati all’estero secondo le leggi vigenti nei tanti paesi ( 11 solo in Europa) che lo consentono non produce effetti giuridici in Italia, in assenza di una legge nazionale.
Questo è chiaro a tutti, com’è altrettanto evidente che non esiste nessuna norma che impedisca ai sindaci di dare ai propri cittadini questo segnale di inclusione delle loro famiglie nella comunità cittadine.

Il Ministro degli Interni – conclude il senatore democratico – ha detto invece una cosa molto importante: il tema del riconoscimento dei diritti delle coppie dello stesso sesso , data la trasversalità fra le forze politiche di sensibilità e punti di vista differenti, non è e non sarà oggetto di un’iniziativa del governo, dato che investe pienamente le prerogative del Parlamento. Sgombrato il campo dall’ipotesi di un decreto del governo sul tema, il parlamento può riprendere il percorso di approvazione del testo base sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso in discussione in commissione giustizia del Senato”.

Roma, 1 ottobre 2014

Sen. Sergio Lo Giudice

Gay: Lo Giudice (Pd), bene Firenze ora su nozze serve legge
(ANSA) – ROMA, 1 OTT – “Firenze é stata una delle prima città italiane a dotarsi nel 1998 di un registro delle unioni civili: fa onore alla sua storia di città attenta ai diritti civili avere dato avvio oggi al percorso di trascrizione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso contratti all’estero”. Così il senatore PD Sergio Lo Giudice commenta la notizia dell’approvazione di una mozione, da parte delle due commissioni congiunte Affari generali e Pari opportunità del Comune di Firenze, che chiede al sindaco di seguire le orme di Napoli, Bologna, Reggio Emilia, Empoli e, “presto, Roma”. “Adesso il sindaco Dario Nardella sa di avere il consenso del suo consiglio comunale: spero che vorrà presto unirsi a quei suoi colleghi sindaci che stanno lanciando questo segnale di civiltà procedendo a una trascrizione per cui non esiste alcun impedimento di legittimità”. “Rispondendo a un’interrogazione alla Camera – spiega Lo Giudice, il cui matrimonio ad Oslo é stato uno dei primi ad essere trascritti dal Comune di Bologna nei giorni scorsi – il ministro degli interni Alfano ha ribadito quello che è ben noto: la registrazione nei Comuni dei matrimoni fra persone dello stesso sesso stipulati all’estero secondo le leggi vigenti nei tanti paesi (11 solo in Europa) che lo consentono non produce effetti giuridici in Italia, in assenza di una legge nazionale. Questo è chiaro a tutti, com’è altrettanto evidente che non esiste nessuna norma che impedisca ai sindaci di dare ai propri cittadini questo segnale di inclusione delle loro famiglie nella comunità cittadine”. “Il ministro degli Interni – conclude il senatore – ha detto invece una cosa molto importante: il tema del riconoscimento dei diritti delle coppie dello stesso sesso, data la trasversalità fra le forze politiche di sensibilità e punti di vista differenti, non è e non sarà oggetto di un’iniziativa del governo, dato che investe pienamente le prerogative del Parlamento. Sgombrato il campo dall’ipotesi di un decreto del governo sul tema, il Parlamento può riprendere il percorso di approvazione del testo base sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso in discussione in commissione giustizia del Senato”.(ANSA).

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