NEWSLETTER SERGIO LO GIUDICE

IL CORAGGIO DELLE SCELTE GIUSTE

Care e cari,
questi sono giorni segnati da sfide difficili, in cui il Partito democratico ha in mano il pallino delle decisioni da assumere senza avere la forza numerica in Parlamento per decidere da solo. Una situazione molto impegnativa che carica il Pd di responsabilità. Servirà fiuto politico per non fare errori, ma anche il coraggio di fare le scelte giuste. Sul primo è inevitabile confidare nel nostro gruppo dirigente, per il secondo sarà meglio che ci sia attenzione e controllo da parte di tutti perché non si prendano – com’è abitudine da un po’ di tempo a questa parte – le decisioni meno amate dai nostri elettori.

Legge elettorale, riforma del Senato, finanziamento ai partiti e sopra tutto un nuovo slancio al governo: su questi temi si giocherà nei prossimi giorni la sopravvivenza o meno della legislatura. Se riusciremo ad afferrare il treno del cambiamento potremo pensare che questo – o un altro – governo riesca a tirare fuori l’Italia dalla crisi ed affrontare il tema del lavoro e delle povertà. Altrimenti meglio sarebbe andare al voto e ridare la parola agli italiani.

Non so se alla fine Matteo Renzi deciderà di sostituire Letta e il suo incerto governo delle ibride intese, ma se questo dovesse succedere la domanda è: per fare cosa (e con chi). Non servono uomini della provvidenza, ma progetti seri di rilancio dell’economia. Il Jobs Act, l’annunciata legge sul lavoro a cui stanno lavorando l’ottimo Filippo Taddei ed altri componenti della nuova segreteria Pd non è ancora noto se non nei titoli. Da lì passa la possibilità di ridare speranza al paese. Il funzionamento delle istituzioni è la precondizione per una buona politica, a patto che non ci si avviti su noi stessi.

Nei giorni scorsi ho sottoscritto con altri parlamentari un appello a prima firma di Pippo Civati sulla necessità di smetterla con i decreti urgenti del Governo, soprattutto se infarciti di temi diversi fra loro come nel recente caso IMU-Bankitalia.

Sulla legge elettorale, andiamo avanti fino al risultato anche perché una nuova legge è necessaria per andare al voto) ma mi auguro che il Parlamento corregga la proposta concordata dai partiti su alcuni punti fondamentali: la soglia di sbarramento troppo alta che è una mannaia su partiti piccoli ma significativi come SEL; la rappresentanza di genere, oggi affidata ad un meccanismo che potrebbe ridurre di molto la presenza femminile; la possibilità di scegliere gli eletti, se non con le preferenze almeno con primarie previste per legge. 

Nelle scorse settimane ho proseguito il mio impegno nelle commissioni di cui faccio parte, Giustizia e Diritti Umani. Stiamo procedendo con le misure per abbattere il sovraffollamento delle carceri, una vergogna per l’Italia sanzionata dall’Europa per trattamenti inumani e degradanti ai nostri reclusi. Qui miei interventi su questa emergenza, in commissione e in aula.

Procede la trattazione del disegno di legge su omofobia e transfobia, che dovrebbe essere licenziata per l’aula con le opportune modifiche entro poche settimane.

In tema di diritti di cittadinanza e di riforma del diritto di famiglia ho presentato una proposta che consenta ai genitori di trasmettere ai figli, se lo ritengono, il cognome della madre ed ho sottoscritto un disegno di legge che consenta di accelerare i tempi del divorzio.

Insieme con il presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi, primo firmatario, ed altri senatori ho presentato un ddl per la legalizzazione della cannabis per uso terapeutico, dopo le sperimentazioni positive avviate da alcune Regioni come Puglia e Toscana. 

Nella stessa commissione si è avviato su mia richiesta – con l’audizione di Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di strada – un ciclo di incontri sulle persone senza dimora.

Pochi giorni fa ho sottoscritto un’interrogazione a prima firma di Rita Ghedini che chiede conto del reintegro in servizio dei poliziotti giudicati colpevole della morte di Federico Aldrovandi.

Ad un’altra interrogazione urgente- che chiedeva al Governo di schierarsi con quegli Stati che hanno posto a Putin la questione dei diritti umani in occasione delle olimpiadi di Sochi – ho avuto risposta in aula giovedì scorso: qui il resoconto.

Mi sono occupato della situazione di due aziende bolognesi in difficoltà nonostante la loro solidità: la FAAC, al centro di una contesa ereditaria che rischia di rallentarne la crescita e la Granarolo, oggetto di un’azione di protesta da parte dei Cobas sfociata in azioni illegali che non giovano alla risoluzione dei problemi, a partire dalla riassunzione del personale licenziato che mi auguro possa essere completata.

Vi segnalo infine due miei articoli pubblicati da l’Unità sulle politiche europee per i diritti civili, in occasione del voto sul rapporto Estrela sui diritti sessuali e riproduttivi e del rapporto Lunacek sui diritti LGBTI.

Segnalo a chi fosse interessato che può seguire la mia attività sulla mia pagina Facebook.

Un caro saluto
Sergio Lo Giudice

 

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