La nave sta per partire, ed io ho deciso di salire a bordo. Questo paese malato ha bisogno di riscoprire il senso della democrazia, di liberarne il senso di garanzia dei diritti di cittadinanza per tutte e tutti. La malattia dell’Italia (e degli italiani) è da sempre la sottomissione a poteri e criteri esterni a quelli autentici della democrazia: le mafie, le chiese, le ideologie totalizzanti, i riti celtici e le frodi fiscali, il familismo e i campanili. La parte buona di questo paese chiede di vivere in libertà il proprio progetto di vita, garantita nei propri diritti fondamentali all’interno di regole certe che garantiscano piena cittadinanza e pari opportunità. Perché questo accada è necessario costruire una forza politica nuova, che componga le litigiosità del centrosinistra in un progetto politico forte e proceda al rinnovamento del paese. Il Partito democratico ha questo scopo. Le difficoltà non mancheranno. Non tutti quelli che parteciperanno a questo progetto condividono le stesse istanze, a partire dall’esigenza più forte: una politica autenticamente laica che garantisca a tutti che l’autonomia della propria vita e delle proprie scelte non sia condizionata dai principi religiosi di altri. Ma la sfida che si giocherà su questo fronte dentro il partito democratico che verrà è la stessa che si giocherà nel centrosinistra e nel paese, e questo è il luogo più efficace per affrontarla e cercare di costruire soluzioni alte e dotate del consenso necessario. Per questi motivi mi candido a fare parte dell’assemblea costituente del partito democratico.
Veltroni al World Pride del 2000
Lo faccio in appoggio a Walter Veltroni, che giusto oggi su l’Unità (www.gaynews.it/view.php?ID=75428 ) risponde a Gayleft con parole che fanno pensare che la sua visione della politica potrà indirizzare l’Italia nella direzione giusta, se in tanti la sapranno indirizzare verso un maggiore coraggio nello sciogliere alcuni nodi, fra cui la piena uguaglianza giuridica di ognuno, inclusi lesbiche, gay, bisessuali e transgender.
Mi candido a Bologna, nel collegio 12 che fu di Romano Prodi e in cui oggi Rosi Bindi cerca una forte affermazione della sua lista. Lo faccio da capolista della lista “Con Veltroni. Ambiente, innovazione, lavoro” che raccoglie molti esponenti della società civile e vuole rimarcare in maniera particolare i temi della cultura e dei diritti. Il 14 ottobre si vota: per la prima volta nella storia italiana la composizione stessa di un partito di massa che nasce sarà determinata da una consultazione a cui parteciperanno forse due milioni di italiani e di italiane, senza vincolo di iscrizione. Vale la pena di esserci.
www.lanuovastagione.it/conveltroni/
www.siamoaldodici.blogspot.com/
Mi spiace, io non ci sarò. Non ci sarò perchè non vedo quali scelte può effettivamente fare l’elettore, con liste bloccate molto spesso decise dal centro. Non ci sarò perchè non mi riconosco nel PD, che al limite (ma proprio al limite) potrei accettare come alleato.
E non mi riconosco in un Segretario già designato che ritiene sufficiente i CUS per dare pari dignità a gay e lesbiche riconscendo “i diritti individuali di vive in coppia”. Pensa che a riconoscere i diritti individuali è d’accordo perfino Ruini …
Non ho capito cosa si intende per ‘piena uguaglianza giuridica di ognuno, inclusi lesbiche, gay, bisessuali e transgender’. Se significa che finalmente tutti i cittadini italiani, nessuno escluso, avranno gli stessi diritti compreso quello di unirsi civilmente in matrimonio con la persona che si ama indipendentemente da chi essa sia va bene. Se intende qualcosa di diverso temo che dovrà fare ancora un po’ di strada, perchè sui diritti non si transige, o si concedono oppure no, le cose fatte a metà sono sempre delle boiate.
devo dire che sostenere veltroni è una scelta giustissima, visto che a noi gay ce lo sta mettendo nel culo beatamente.
bravi, continuate così!
Per “piena uguaglianza giuridica”, va da sé, intendo anche l’accesso delle coppie gay e lesbiche al matrimonio civile. Così la penso io come le altre persone lgbt che partecipano alla costruzione del partito democratico. Questo non significa che questo punto oggi sia nel programma del partito democratico, ma il programma di un partito si evolve in un senso o nell’altro a seconda di quanti portano avanti al suo interno delle battaglie. Questo è il senso della nostra adesione al Partito democratico (così come, penso, di tante altre persone atenticamente laiche, da Piergiorgio Odifreddi a Ferzan Ozpeteck).
I Cus non sono certo la parità giuridica, rappresentano il punto di mediazione a cui si è arrivati oggi nel confronto fra le diverse culture del Pd. Se vogliamo che quel punto si sposti in avanti, sarebbe suicida abbandonare il campo. Per questo è importante che molte persone lgbt scelgano di fare parte del Pd, anche se non si riconoscono nel suo attuale programma. E’ quello che tanti gay, lesbiche e trans altri el passato hanno fatto nel passato in altri partiti (nel Pci, nei Verdi, poi nel Pds e in Rifondazione)che non hanno tenuto conto dei nostri diritti finché la nostra presenza al loro interno non li ha costretti a farci i conti.
Non mi pronuncio su Veltroni, da tempo ho deciso, nel mio piccolo, di dare una mano in questa battaglia e mi sono affiancato ad un’Assciazione che più di un (mezzo) partito mi sembra l’unico strumento del fare!
Vi consiglio questo neonato sito:
http://www.transgenere.it/blog/
Di parole e promesse siamo un po’ tutti stufi, occorrono fatti!!