“La notizia che viene da Savona ci riporta dritti al medioevo. Un medico che promuova le cosiddette “ terapie riparative” per “guarire” gay e lesbiche infanga la professione che esercita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l’omosessualità dall’elenco delle malattie già nel 1990 e un medico che sostenga il contrario è un venditore di fumo: spingere dei ragazzi a crudeli trattamenti fondati sulla negazione di sé e sulla disistima è da espulsione dall’Ordine dei medici”.

Così il senatore PD Sergio Lo Giudice commenta la notizia riportata dal Secolo XIX di oggi, di un medico di famiglia di Savona che nel suo studio medico pubblicizza terapie di “guarigione” dall’omosessualità.

“Il principio secondo cui quale l’orientamento omosessuale sarebbe il sintomo di un problema nello sviluppo personale che deve essere «corretto» è contraddetto dalla letteratura scientifica: si tratta di un approccio privo di fondamento, basato solo su estremizzazioni ideologiche o religiose – spiega Lo Giudice -. Già nel 2013 il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi dichiarava che:

«affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare è un’informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società (…). Gli psicologi, secondo il codice deontologico, non possono prestarsi ad alcuna “terapia riparativa” dell’orientamento sessuale di una persona, bensì collaborare con i propri pazienti nel caso di disagi relativi alla sfera sessuale siano essi avvertiti dagli eterosessuali così come dagli omosessuali».

Sula base di questi presupposti ho depositato il disegno di legge 2402, purtroppo mai discusso in Senato, in cui – fatto salvo il generale divieto deontologico già previsto dagli ordini professionali – viene sanzionata penalmente l’applicazione a persone minorenni di tali terapie di conversione dell’orientamento sessuale, in quanto non solo inutili ma fortemente dannose per il sereno sviluppo e per una sana accettazione di sé dei soggetti coinvolti. Non è più tollerabile che un adolescente gay o lesbica debba subire, accanto ad uno stigma sociale ancora purtroppo diffuso, anche la violenza di questi nuovi stregoni che pretendono di stravolgerne l’identità”.

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