L’antefatto sta in un’ordinanza ministeriale sullo svolgimento degli esami di Stato, emanata da Fioroni il 15 marzo scorso
(www.pubblica.istruzione.it/normativa/2007/allegati/om26_07.pdf).
All’art. 8 di quel testo il Ministro introduce una novità: per la prima volta all’attribuzione del credito scolastico (il punteggio annuale che contribuisce a determinare il voto finale dell’esame di Stato) partecipano a pieno titolo anche gli insegnanti di religione o di eventuali materie alternative (facoltative, di cui quasi nessuno si avvale). Non solo: l’attribuzione del punteggio dovrà tenere conto dell’interesse e del profitto con cui gli studenti hanno seguito l’ora di religione ( o la materia alternativa).
Come sa bene chiunque abbia passato qualche anno sui banchi di scuola, l’insegnante di religione, mette in genere voti più alti della media, premiando così chi ha scelto di avvalersene. Inoltre, come sa bene chiunque abbia passato qualche anno dietro una cattedra, i docenti di religione, per lo stesso motivo, tendono a tutelare i loro studenti in modo particolare.
Ora, che questa valutazioni siano condivise o meno, rimane il fatto che la composizione del consiglio di classe che deciderà il risultato di alcuni alunni è differente da quella di chi deciderà la sorte di altri, e questo crea una situazione oggettivamente discriminatoria.
Per questo, una serie di associazioni ( Consulte romana e torinese per la laicità delle istituzioni, Federazione Chiese Evangeliche, Tavola Valdese, CIDI, UAAR, Comitato
Ma Fioroni non si arrende e, croce in resta, fa appello al Consiglio di Stato. A questo punto, il Consiglio decide che si pronuncerà il 12 giugno, cioè quando gli scrutini saranno già finiti, e intanto blocca l’ordinanza del Tar. Risultato: l’ordinanza di Fioroni rimane in vigore, gli scrutini si svolgeranno nell’incertezza e il principio di pari trattamento fra gli studenti rischia di essere messo i discussione da una misura ingiusta ed ideologica.
Da qui l’appello di tante associazioni (www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=007226 )
condiviso anche dalla Flc della Cgil e che faccio mio:
Chiediamo al Presidente del Consiglio
Ancora ricordo con fastidio quando a scuola la maestra ci portava a messa o faceva venire il prete a lezione. In quei casi, l’unico ragazzo non cattolico della classe era trattato come la peste. L’insegnamento delle religioni può essere o storico-scientifico, o non può essere.
…Condivido! Insegnamento obbligatorio di storia delle religioni. Del resto la religione è una componente importante della nostra come delle altre culture, e un’apertura al mondo (o una società che diventa multietnica, multireligiosa, multiculturale…) necessita di un’istruzione basata sul pluralismo, non sull’indottrinamento conservatore e xenofobo…e solo in uno Stato laico questo è possibile.
Caro Sergio, complimenti per il Blog!
Purtroppo la novità è che il Consiglio di Stato ha, per adesso, confermato la sospensione dell’ordinanza del Tar (vedi su http://www.comune.bologna.it/iperbole/coscost/ ).
It’s a long way…
E’ legittima la presenza dell’insegnante di religione durante gli scrutini degli alunni della sua classe che non si avvalgono dell’insegnamento della religione? Grazie per l’attenzione, Beatrice.
L’insegnante di religione ha il diritto dovere di partecipare agli scrutini limitatamente a quelli di chi si è avvalso dell’insegnamento (facoltativo). Anche in questi casi, il suo voto non compare nella scheda di valutazione e non può essere determinante ai fini della promozione o bocciatura.
Durante gli scrutini del resto della classe l’insegnante di religione non ha alcun titolo a partecipare attivamente. Riguardo alla sua presenza fisica, non so se ci siano pronunciamenti. Io cedo che non debba essere considerato un problema se questo risponde ad esigenze di praticità (ad es. seguire l’ordine alfabetico e non separare il gruppo di chi si avvale dell’IRC dagli altri mi sembra anch’essa una buona pratica) a condizione che non interferisca in alcun modo nella discussione, ma aspetti in silenzio che giunga il turno di uno dei suoi alunni.
Consiglio anche di dare un’occhiata alla “Nota della Flc” su http://www.comune.bologna.it/iperbole/coscost
Ho 45 anni, dai mei sei anni sono uscita dalla mia classe perchè non facevo religione….mio figlio ha 11 anni :dai suoi tre (scuola materna) esce dalla sua classe ,perchè non fa religione. Più volte invitato a frequentare l’ora di religione o, a rimanere in classe :”così facciamo una cosa insieme”. Dopo quarant’anni, in un mondo ancora più colorato e vario (per fortuna) la scuola, le aule, sono di chi fa religione cattolica…chi non sceglie deve uscire.
Quanti inutili “incidenti” e discriminazioni si eviterebbero, se la confessione religiosa la si “imparasse” nei luoghi deputati a farlo: insegnanti assunti senza concorsi,ore vuote a girovagare per la scuola, scrutini in discussione,l’obbligo all’inizio di ogni ciclo scolastico a dichiarare se avvalersi o no dell’insegnamento di un credo assolutamente personale e intimo.
Vi invito a sfogliare un testo, il primo che vi capita fra le mani, utilizzato dagli insegnanti di religione….. capirete perchè è consuetudine dei genitori, dei colleghi, dei ragazzi dire: è un prof in gamba: non fa niente, si ascolta la musica, si guardano dei film…pensate se si dicesse la stessa cosa di un professore di lettere!
Grazie Sergio per l’opportunità
Sosteniamo il SI al
SONDAGGIO di ScuolaOggi
Saresti favorevole a sostituire l’insegnamento della religione cattolica con l’insegnamento della storia delle religioni?
Votazione aperta (box fondopagina a dx):
http://www.scuolaoggi.org/index.php?action=sondlist
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Il giornale/sito web ScuolaOggi per aver proposto il seguente sondaggio:
“E’ giusto riaprire il dibattito sull’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica?”
si è ritrovato sommerso da lettere di protesta da parte di insegnanti di religione cattolica e della loro associazione SNADIR che ha mobilitato tutti gli IRC per far votare NO a questo sondaggio.
Cito testualmente da ScuolaOggi:
“Si concentrano qui convinzioni religiose (il prevalere di un orientamento di fatto confessionale) e interessi particolari (la difesa esplicita della ragion d’essere dei docenti di religione, del posto di lavoro)…..
…E così continuiamo ad essere condiscendenti e subalterni alla Chiesa cattolica e al suo ruolo di forte condizionamento sulla politica italiana. Che dire d’altra parte di un centrosinistra che fa a gara con il centrodestra su questo stesso terreno? Ricordiamo che è una legge del 2000, la legge n.62 sulla parità scolastica (centrosinistra al governo), ad aprire la strada ai finanziamenti statali alle scuole private, in maggioranza cattoliche.
La Costituzione italiana sancisce all’articolo 33 che “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato”.
Ebbene, una maggioranza parlamentare bipartisan stabilisce che quel “senza oneri per lo Stato” si riferisce al solo atto di istituzione di una scuola, non agli oneri di gestione. (!!!!!!!)
Silvio Berlusconi e Letizia Moratti non avranno difficoltà a percorrere questa strada, aumentando i contributi alle scuole private.
Ma bisogna arrivare al ministro Fioroni perché fra i destinatari dei finanziamenti siano incluse, oltre alle scuole dell’infanzia e primarie, anche le scuole private medie e superiori (1).
Peccato che questo si accompagni, nel corso degli ultimi anni, ad una progressiva contrazione di risorse (riduzione dei finanziamenti, tagli agli organici, ecc.) nella scuola pubblica, statale.
Insomma, si conferma quanto pensavamo (con il pessimismo della ragione ma realisticamente): i laici in questo paese sono una minoranza.
Ma questa non è un ragione sufficiente per desistere e abbandonare il campo di battaglia. Sui princìpi – e quello della laicità dello Stato è un principio fondamentale in una democrazia – non si può cedere”.
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(1) v. Carla Castellacci, “Scuola in debito di laicità”, Micromega
Con invito alla diffusione.
Grazie dell’attenzione.
Vaccinato.
http://vaccinato.spaces.live.com
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