Oggi, durante un ncontro con il costituzionalista Valerio Onida e con Wagih Saad Abu al-Rahmanil, presidente della Lega degli Iman italiani, un detenuto del carcere della Dozza di Bologna ha chiesto il rispetto del diritto alla preghiera del venerdi’. A margine della conferenza – riporta la Dire – i presenti in sala hanno poi raccontato come il diritto all’esercizio della propria fede attualmente sia si’ garantito, “ma ci fanno pregare in stanze distribuite nelle varie sezioni, all’aperto se si puo’ oppure nelle nostre celle”.
I detenuti invece vorrebbero “uno spazio dove stare tutti assieme e pregare di venerdi’ come prescritto dal Corano, meglio se si riuscisse un giorno a creare una moschea”. “Siamo poco piu’ di 100 a voler pregare di venerdi’, ci sarebbe posto anche nella sala cinema”, ipotizza un giovane originario del Maghreb.
Credo che la questione posta dai detenuti di religione islamica sia seria e importante. I detenuti stranieri alla Dozza sono circa il 60%, per la maggior parte di religione islamica. Da pochi anni la Dozza é stata dotata di una nuova chiesa per i detenuti di religione cattolica. Credo che dare una risposta analoga ai detenuti islamici sarebbe un segno effettivo di rispetto del principio di libertà di religione.
Sergio Lo Giudice