angelusnovus

L’angelo della storia – secondo le parole profetiche di Walter Benjamin di fronte all’Angelus Novus di Klee – ha il viso rivolto al passato dove vede una serie di rovine che vorrebbe fermarsi a ricomporre, ma una tempesta lo spinge inesorabilmente verso il futuro. Quella tempesta è la storia stessa, che impone di andare avanti.

Noi abbiamo sotto gli occhi una storia politica, quella cittadina degli ultimi quindici anni, che occorrerà rileggere per trovare la via del futuro. Una storia che non ha consentito che, dall’introduzione della nuova legge per le elezioni comunali nel 1995, Bologna potesse avere ciò che quella legge prefigurava; un sindaco eletto direttamente dai cittadini che rimanesse in carica per due mandati. Dieci anni, quanti ne occorrono per definire un progetto per la città e portarlo a compimento. Ci sono state congiunture sfavorevoli e nostri errori, ma l’ultima falsa partenza e l’esperienza del commissariamento ci hanno impedito ancora una volta di affrancarci dalla lunga transizione dalla Bologna città modello, dinamica e produttiva ma allo stesso tempo coesa e rassicurante, ad una città moderna capace di dare senso e direzione alle trasformazioni socio-economiche che hanno cambiato faccia alla città. Oggi leggere e interpretare questa storia spetta ad un soggetto nuovo, il Partito Democratico, che solo in parte ne rappresenta la continuità. Non solo perché una fascia ampia dei suoi militanti si è affacciata alla politica solo dalla fondazione del Pd, nel 2007, ma anche perché i cambiamenti tumultuosi degli ultimi anni fanno del nuovo partito un soggetto diverso nella forma e nei contenuti. Come all’angelo di Klee, non ci è consentito fermarci “a destare i morti e comporre l’infranto” del passato, che pure rimane sotto il nostro sguardo, ma è nostro compito guardare al futuro e mettere in campo gli strumenti adatti per costruire un progetto strategico per Bologna.

Sergio Lo Giudice

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