Il governo ha chiesto la fiducia sul disegno di legge sulla scuola. Rinuncia così ad un ulteriore approfondimento sui contenuti più controversi del ddl contestati nel merito, e con tante buone ragioni, da gran parte del mondo della scuola.
La fiducia é una sconfitta per tutti, perché un intervento così significativo sul funzionamento della scuola avrebbe meritato il tempo necessario a sciogliere i nodi rimasti.
Avevamo proposto per questo lo stralcio delle assunzioni, da fare subito con decreto, e il ritiro dei nostri emendamenti per avere più tempo per approfondire i temi irrisolti, ma non abbiamo avuto ascolto.
Il modo in cui si ridisegna il rapporto fra il dirigente e i docenti é diverso dalla bozza iniziale, che ad esempio dava al preside il potere di stendere il piano dell’offerta formativa su cui poi scegliere i docenti, ma rimane sbagliato, perché si basa su un meccanismo di selezione dell’organico dell’istituto che rischia di produrre una sperequazione fra le varie scuole e una diminuzione dell’autonomia del docente.
Ero e rimango favorevole all’inserimento di criteri di valutazione di insegnanti e dirigenti che assicurino il migliore funzionamento della scuola e la valorizzazione dei docenti più motivati e impegnati. Ma il motivo per cui almeno quattro ministri dell’istruzione hanno fallito in questo obiettivo è che non é stata messa a punto una modalità di valutazione che per la sua serietà ed oggettività potesse esser davvero efficace e perciò condivisa. È un limite che non è stato superato neanche questa volta.
La nostra proposta di un piano pluriennale di assunzioni, che spostasse solo un po’ più in là il momento in cui il concorso diventerà l’unica modalità di assunzione dei docenti per assumere intanto personale già ampiamente qualificato e selezionato, non è stata accolta. La detrazione fiscale delle rette alle paritarie rimane, sia pure col limite di 400€ l’anno introdotto dalla Camera.
Alcuni miglioramenti marginali, é vero, sono stati inseriti nel maxiemendamento. È stato fissato un tetto di 100.000 € per lo school bonus, prevedendo che il 10 % vada in un fondo di perequazione per le scuole con meno contributi; l’incarico triennale dato al docente può non essere confermato solo se c’è una motivazione legata alla modifica del POF elaborato dal collegio docenti; il dirigente può incaricare dell’insegnamento di una disciplina chi insegni materie affini solo se non ci sono a disposizione docenti abilitati in quella classe di concorso; nel comitato di valutazione dei docenti è stata potenziata la componente docente, con due membri su tre indicati dal Collegio dei docenti, e inserito un dicembre esterno; la valutazione dell’anno di prova sarà riservata ai soli docenti e al dirigente e in caso di esito negativo ci sarà un secondo anno di prova; le attività di attuazione dei principi di pari opportunità, sulla parità fra i sessi, la violenza di genere e la lotta a tutte le discriminazioni sono state reinserite fra i contenuti necessari del POF.
Cambiamenti che correggono alcuni errori ma non modificano la struttura del provvedimento.
Il risultato finale é l’occasione mancata di permettere uno scatto di qualità alla scuola italiana, come spesso ha ripetuto inascoltato in queste settimane Walter Tocci.
Voterò la fiducia al governo, insieme a tanti che con me hanno condiviso la battaglia per modificare radicalmente il provvedimento . La voterò anche se non condivido il testo finale, perché la fiducia é un voto politico con cui si conferma o si toglie il sostegno al governo e senza il nostro sostegno il governo cadrebbe. Ma oggi dietro l’angolo c’é uno scenario peggiore di questo. Quello di un nuovo governo tecnico o di elezioni con la legge elettorale proporzionale che garantirebbero lo stallo del paese. So bene che non c’è un’ineluttabilità del destino che ci ha portato a questo scenario ma ci sono anche tanti errori e scelte sbagliate del mio partito. Ma qui siamo e con questo scenario anch’io devo fare i conti. Senza rinunciare a lavorare perché il Pd abbia una nuova leadership e una diversa linea politica e l’Italia imbocchi una strada diversa.

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