Ho presentato un’interrogazione al Ministro degli Affari Esteri sul caso di Francesco Martinengo, arrestato in Marocco lo scorso 11 ottobre perché conviveva da circa un mese con una donna marocchina. Le condizioni del carcere dove è rinchiuso sono insostenibili e alla sua famiglia non viene dato accesso alle informazioni sul suo caso. Nell’interrogazione chiedo al Ministro di attivare tutti i canali disponibili per ottenere al più presto la sua liberazione.
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Interrogazione a risposta scritta
Al Ministro degli Affari Esteri,
Premesso che:
Il cittadino italiano Francesco Martinengo è stato arrestato l’11 ottobre 2013 in Marocco, dossier 2013924, insieme ad una donna marocchina con la quale intratteneva una relazione sentimentale e di convivenza da circa un mese, denunciato dalla madre della stessa che pretendeva che la figlia arrivasse illibata al matrimonio;
Il tribunale di Bab Doukala a Marrakech ha condannato Martinengo e la donna, il 28 ottobre 2013, rispettivamente a tre mesi e a due mesi di detenzione poiché avevano avuto rapporti sessuali fuori dal matrimonio, accusandoli di prostituzione senza che al detenuto e ai suoi familiari non sia stato possibile sapere sulla base di quale articolo del codice penale;
nei prossimi giorni si svolgerà il processo d’appello sollecitato dall’avvocato marocchino che difende Martinengo;
Martinengo si trova attualmente alla Prison local de Marrakech da più di un mese in condizioni pietose. Il carcere infatti e’ stato costruito per ospitare 700 detenuti, ma ne contiene 1900. I detenuti vivono ammassati in grandi stanze, da un minimo di 40 ad un massimo di 160 detenuti, e non hanno diritto ad un letto fino a che non se lo sono conquistati. Ogni detenuto ha uno spazio di 2m² per dormire;
da fonti familiari viene riferito che le condizioni igieniche della struttura carceraria sono insostenibili: nella prigione sono presenti piattole e scabbia, le celle sono infestate da scarafaggi e insetti, sono presenti gatti e cani randagi nel cortile interno, nell’infermieria non sono presenti dottori né materiale medico, neanche dei termometri ;
il pasto fornito dalle autorità carcerarie ai detenuti consiste in un piatto di patate e carote, bollite insieme a grasso animale: Martinengo ha già avuto un’infezione intestinale e si é dovuto curare con cinque giorni di antibiotici;
Martinengo ha subito in carcere minacce e discriminazioni in quanto non musulmano, senza godere di un livello minimo di tutela e protezione da parte del personale penitenziario;
Considerato che:
ai familiari é stato finora negato l’accesso alle informazioni necessarie, a partire dall’articolo del codice penale su cui si baserebbe l’accusa;
il fatto contestato, l’avere stabilito una relazione sentimentale e sessuale fra due persone adulte e consenzienti costituisce l’espressione di un diritto umano fondamentale;
il sistema giudiziario marocchino è al di sotto degli standard minimi dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani come risulta da numerosi report di importanti organizzazioni internazionali come Amnesty international o Human Rights Watch;
forti e antichi sono i legami che legano il nostro paese al Marocco dal punto di vista politico, economico, culturale e strategico;
Si chiede al Ministro:
se gli uffici preposti della Farnesina e l’ambasciata italiana in Marocco siano a conoscenza del caso in oggetto;
se il ministero è in possesso o ritiene di potere ottenere ulteriori informazioni, data anche la grande difficoltà riscontrata dai familiari nell’ottenerle;
se ritenga di volersi attivare adoperando i canali politici e diplomatici disponibili, per ottenere al più presto la liberazione del nostro concittadino.
Primi firmatari
Lo Giudice, Manconi
Altri firmatari
Amati, Fedeli, D’adda, Romano, Serra, Puppato, Lai, Albano, Ricchiuti, Pezzopane, Bertuzzi, Astorre, De pin, Cirinna, Buemi, Scalia, Giacobbe, Pagnoncelli, Casson, Spilabotte, Orellana, Margiotta
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a Liliana Modenini. Grazie per l’interessamento, sono libero dopo lauta cauzione senza ricevuta.
Sto componendo un documentario che presentero a Ginevra in occasione del prossimo festival del cinema sui diritti umani.