“Il trenta dicembre scorso, insieme alle senatrici Monica Cirinnà, Erica D’Adda, Camilla Fabbri e al senatore Daniele Borioli ho inviato alla direzione dell’Interpol – l’organizzazione internazionale di polizia criminale – una lettera di denuncia degli abusi dei regimi autoritari che usano lo strumento del mandato di arresto internazionale per riportare in patria a forza i loro dissidenti politici. Anche l’Italia era caduta in questo meccanismo infernale quando, nel 2013, la dissidente Alma Shalabayeva era stata ingiustamente riconsegnata al Kazakistan dalle autorità italiane. Lione oggi risponde ribadendo l’impegno per una riforma dell’Interpol che comprenda la riorganizzazione e il rafforzamento dell’Ufficio per il controllo dei file, misura centrale per la difesa dei diritti politici di quei dissidenti cui vengono addossati capi d’accusa infamanti con lo scopo di riportarli sotto il controllo dei governi cui fanno legittimamente opposizione”.
Così il senatore Sergio Lo Giudice del Partito Democratico, membro della Commissioni Diritti umani e Giustizia di Palazzo Madama.
“Il tema era stato posto dalla Open Dialog Foundation in Commissione diritti umani del Senato, alla presenza della stessa Shalabayeva , per fortuna oggi rientrata in Italia – spiega Lo Giudice -. Ora è di fondamentale importanza che il prossimo Parlamento e il prossimo Governo, a partire dall’impegno ribadito oggi dall’Interpol, vigilino su una sua riforma che tenga nella stessa considerazione la sicurezza internazionale e il rispetto dei diritti umani”.