Quali sono le argomentazioni giuridiche che impediscono l’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso? Nessuna, dopo che la Corte Costituzionale e la Cassazione hanno stabilito che la decisione se assolvere l’obbligo costituzionale del riconoscimento giudico delle coppie gay e lesbiche attraverso il matrimonio o se farlo tramite un istituto giuridico analogo é rimessa alla libera scelta del parlamento.
Quali sono le argomentazioni di carattere sanitario che hanno prodotto il divieto della diagnosi pre impianto dalla legge 40 sulla procreazione assistita? Nessuna, tanto che la Corte Europea dei Diritti Umani ha bocciato per la seconda volta quella legge, che ancora oggi vieta la fecondazione eterologa, costringendo in modo incomprensibile coppie infertili, donne single e coppie lesbiche dall’accesso a quelle procedure costringendole a lunghi e costosi viaggi all’estero.
Quali sono le fonti scientifiche su cui si basa l’esclusione delle coppie dello stesso sesso dall’adozione e addirittura dalla possibilità di esercitare una responsabilità genitoriale congiunta sui loro stessi figli? Nessuna, tanto che una recente sentenza del tribunale dei minorenni dell’Emilia Romagna ha ribadito che “costituisce mero pregiudizio la convinzione che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale”.
Quali sono i fondamenti di diritto internazionale su cui si basa l’assenza nel nostro paese di una legge sul testamento biologico che consegni integralmente nelle mani della persona la decisione ultima sui trattamenti sanitari a cui sottoporsi? Nessuna, anzi la Convenzione di Oviedo del 1997 sui diritti umani e la biomedicina stabilisce che si tenga conto della dichiarazione anticipata di volontà del paziente in merito ad interventi medici.
Ogni reticenza della sinistra italiana su questi temi segna un’abissale distanza da quell’area democratica e progressista europea a cui dice di volere fare riferimento. Soprattutto, svela quali siano le reali motivazioni su cui ci si basa quando si ha a che fare con i diritti civili: timori di perdere consenso nell’area cattolica, soggezione culturale della cultura di radice socialcomunista sui temi bioetici e di morale familiare, pressioni delle gerarchie vaticane sui luoghi della deliberazione politica. In poche parole: assenza di laicità.
Per questo motivo l’affermazione fatta qualche giorno fa su Sky da Pippo Civati (“Ho un’unica certezza: la laicità”) è nella sua semplicità e immediatezza un programma ambizioso: per una politica libera da condizionamenti confessionali, di respiro europeo e, in ultima analisi, fondata su quel principio di democrazia liberale che è il sostegno alla ricerca della felicità delle cittadine e dei cittadini. Chissà che il Partito Democratico non riesca finalmente ad affrontare questo nodo con un’attenzione nuova e uno sguardo più libero.
VIDEO. Civati: “Ho un’unica certezza: la laicità”