L’Italia non può aprire il semestre di presidenza europea con il marchio di una sanzione da parte della Corte europea dei diritti umani per i trattamenti inumani e degradanti che infliggiamo ai nostri detenuti. È necessaria una riforma strutturale che allievi la pressione carceraria attraverso nuove misure come la messa alla prova o la reclusione domiciliare come pena principale. Soprattutto, occorre intervenire modificando le leggi “carcerogene” come la Bossi Fini sull’immigrazione e la Fini Giovanardi sulle droghe. Il Senato si appresta a votare la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina e questa è una cosa buona. Occorrerà presto mettere mano anche alla legge sulle droghe, depenalizzando i reati legati all’uso della cannabis ed evitando il carcere per i reati di lieve entità connessi alle droghe che affollano il carcere di tossicodipendenti.

Il mio intervento nell’aula del Senato in occasione della discussione del disegno di legge 925 sulle pene non detentive che andrà al voto martedì 21

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