La polizia carica il Gay Pride di Mosca 2006Il divieto del Gay Pride di Mosca di sabato scorso non è stato un fulmine a ciel sereno. Nei mesi scorsi, manifestazioni per i diritti delle persone omosessuali e transgender sono state vietate dalla polizia o impedite da estremisti di destra e integralisti religiosi in Russia, Romania, Moldova, Polonia, Lettonia, Estonia, Serbia. Più volte sono state le stesse autorità locali ad impedire le manifestazioni, con la motivazione che l’omosessualità sarebbe contraria alla morale corrente o più semplicemente col pretesto che le annunciate contromanifestazioni violente avrebbero turbato l’ordine pubblico.

Da qui è nata un’ interessante iniziativa di ILGA Europe, la branca europea dell’organizzazione internazionale delle associazioni Lgbt ( lesbiche, gay, bisessuali e transgender): un appello firmato dai sindaci delle principali città europeee e rivolto a tutti i sindaci d’Europa “sulla libertà di espressione per lesbiche gay, bisessuali e transgender”.

All’appello, già sottoscritto fra gli altri dal Sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë e da quelli di Londra, Amsterdam, Barcellona, Vienna, Venezia e Colonia, ha aderito oggi anche il sindaco di Bologna Sergio Cofferati.

I firmatari si rivolgono ai loro colleghi affinché “assicurino che uno dei fondamentali principi della democrazia, la libertà di assemblea e di espressione, garantita dalla Convenzione Europea dei diritti umani e da pressoché tutte le Costituzioni nazionali in Europa, sia applicata senza alcun pregiudizio e discriminazione verso le persone Lgbt e i loro sostenitori”.

Il testo dell’appello e l’elenco dei firmatari sono visibili su

www.ilga-europe.org/europe/campaigns_projects/freedom_of_assembly_and_expression

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