“Ognuno ha il diritto di essere ascoltato e contribuire a determinare l’assetto della comunità in cui vive. Si tratta di un diritto sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e pienamente integrato nel diritto internazionale, in particolare nell’articolo 25 del Patto internazionale sui diritti civili e politici.
E’ innegabile che durante lo scorso secolo siano stati fatti progressi lungo il cammino dell’inclusione.
Tuttavia troppi gruppi e individui sono ancora alle prese con troppi ostacoli.
Le donne godono del diritto di voto pressoché ovunque, ma la loro rappresentanza resta del tutto minoritaria nei parlamenti nazionali e all’interno dei processi di pace, nelle posizioni governative di alto livello, nei consigli di amministrazione del mondo industriale, e in altre posizioni che contano nei processi decisionali.
Le popolazioni indigene sono spesso a confronto con  una discriminazione che nega loro l’opportunità di utilizzare appieno i loro diritti garantiti o manca di tener conto delle loro specifiche circostanze di vita.
Alle minoranze religiose ed etniche, così come alle persone disabili o a quelle con opinioni politiche o orientamenti sessuali differenti è spesso precluso l’accesso a istituzioni e processi chiave in una società.
Le istituzioni, il dibattito pubblico, devono poter rappresentare le società in tutta la loro diversità.”

Queste le parole con cui il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha salutato la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, che si celebra ogni anno il 10 dicembre in tutto il mondo.

La data ricorda la proclamazione, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani , il 10 dicembre 1948.

In questa giornata il tema dei diritti umani viene messo in evidenza ed ogni anno il resoconto mostra un  livello allarmante della violazione di diritti umani fondamentali.
L’iniziativa certamente più visibile della giornata è la consegna ad Oslo del premio Nobel per la Pace, che quest’anno è assegnato all’Unione Europea, investendo così tutti noi, cittadine  e cittadini d’Europa, di una particolare responsabilità.
Ma l’ONU quest’anno ha voluto evidenziare in modo particolare il ruolo della partecipazione diffusa nel difficile compito della protezione e promozione dei diritti fondamentali. “ My voice counts”, la mia voce conta, è lo slogan scelto per il 2012, che mette in primo piano il ruolo della società civile , delle associazioni e delle Organizzazioni non governative.

Amnesty International ha pubblicato una cronologia delle principali violazioni del 2012, da quelle legate alla crisi in Medio oriente, al permanere di esecuzioni capitali in diversi paesi del mondo, fra cui Stati Uniti e Giappone, fino all’arresto e alla condanna delle Pussy Riot in Russia, paese aderente alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, dalle terribili violazioni avvenute in Siria  a quelle nelle repubblica democratica del Congo.
Amnesty ha attivato una raccolta di firme sul sito www.firmiamolitutti.it  dal titolo  “Write for Rights”, per chiedere la scarcerazione dei prigionieri di coscienza e sostenere alcuine fra le più evidenti violazioni di diritti umani.

Le associazioni Lgbt ( lesbiche , gay, bisessuali e trans) italiane hanno rilanciato oggi la campagna internazionale contro il cosiddetto “Kill the gays bill”, la proposta di legge che sta per essere approvata dal parlamento dell’Uganda che inasprisce le pene nei confronti   di chi , conoscendo gay o lesbiche, non li denuncia alla polizia o di chi sostenga anche all’estero i diritti delle persone Lgbt, arrivando fino alla condanna all’ergastolo per le persone omosessuali o alla condanna a morte per i gay sieropositivi.
Presenterò a breve un ordine del giorno che chiede all’Italia di fare la sua parte per contrastare l’approvazione di questa legge e offrire protezione come rifugiati ai gay e alle lesbiche perseguiti a seguito della  nuova norma.

A Bologna, oggi dalle 18.30  il Sindacato Studenti di medicina con Piazza Grande e Alto Tasso saranno in Piazza  San Francesco per una mostra fotografica e un’asta per celebrare la Giornata. Solo poche  settimane fa Bologna ha ospitato la marcia nazionale per i bambini siriani.
Da Bologna, che alla promozione dei diritti umani, delle differenze e delle pari opportunità ha dedicato uno specifico ufficio comunale, giunga la necessaria attenzione ad un appuntamento che riguarda tutti i paesi del mondo, nessuno escluso se, come scrive oggi Ban Ki-moon , “non c’è alcuno Stato che sia riuscito a garantire ai propri cittadini piena partecipazione agli affari pubblici, compresi i diritti di elettorato attivo ad uffici pubblici e quello di uguale accesso ai servizi pubblici.“

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