“Che il Comune di Bologna non venda una quota delle sue azioni di Hera è un bene, anzi due. Innanzitutto il mantenimento di un pacchetto consistente di azioni in mano pubblica è la migliore garanzia che si riesca ad instaurare con la multiutility un rapporto sempre più bilanciato nell’interesse della città. In secondo luogo è il segnale che il Comune riuscirà a fare quadrare i conti anche senza questa operazione, e questo è un buon auspicio per le future politiche amministrative. Mi auguro che l’esempio di Bologna sia seguito dagli altri Comuni e che l’impegno del 2013 a mantenere nella disponibilità pubblica il 51% delle azioni sia confermato”. Così il senatore democratico Sergio Lo Giudice saluta l’annuncio del Sindaco Virginio Merola sulla decisione di non vendere una parte delle proprie azioni di Hera, cessione che avrebbe ridotto a meno del 50% la quota di azioni in mano alle amministrazioni del territorio.

TARUFFI: LOTTA HA PAGATO; LO GIUDICE: BENE NON VENDERE QUOTE (DIRE) Bologna, 14 apr. – Dopo il passo indietro del sindaco di Bologna, Virginio Merola, sulla vendita delle azioni di Hera, ora serve una legge in Regione per ‘blindare’ l’acqua pubblica. A dirlo e’ Igor Taruffi, capogruppo di Sel in viale Aldo Moro, che commenta soddisfatto l’inversione di rotta a Palazzo D’Accursio. “Evidentemente la battaglia di chi, in questi mesi, ha lottato per impedire l’ulteriore privatizzazione di un’azienda che gestisce il principale bene comune, qual e’ l’acqua, ha dato i suoi frutti- afferma Taruffi su Facebook- adesso e’ bene stabilire una volta e per tutte che il 51% di Hera deve rimanere in mano pubblica, al di la’ di sofisticati quanto improbabili tecnicismi”. Secondo Taruffi, sarebbe “bene che l’intensa discussione che si e’ aperta sul destino della principale multiutility della nostra regione venga messa a frutto per un ragionamento piu’ complessivo sul tema”. Ovvero, invoca il capogruppo di Sel, “apriamo una seria discussione per una legge regionale sulla ripubblicizzazione del servizio idrico che coinvolga parti sociali, organizzazioni dei lavoratori e forze politiche. In fondo e’ cio’ che oltre due milioni di emiliano-romagnoli hanno chiesto con il voto al referendum del giugno 2011”, ricorda Taruffi. Contento per la marcia indietro di Merola sulle azioni Hera e’ anche il senatore Pd Sergio Lo Giudice. “Che il Comune di Bologna non venda le sue quote e’ un bene, anzi due- commenta in una nota- il mantenimento del 51% in mano pubblica e’ la migliore garanzia che si riesca a instaurare con la multiutility un rapporto sempre piu’ bilanciato nell’interesse della citta’”. Inoltre, ragiona il senatore dem, “e’ il segnale che il Comune riuscira’ a fare quadrare i conti anche senza questa operazione. E questo e’ un buon auspicio per le future politiche amministrative”. (San/ Dire) 19:00 14-04-15 NNNN

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Il Comune di Bologna fa marcia indietro su HERA

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