“Max Fanelli è morto. Il guerriero di Senigallia malato di Sla se ne è andato dopo una lunga malattia e una progressiva paralisi che gli ha tolto la possibilità di usare il suo corpo, se non l’utilizzo di un occhio con cui comunicava”. Così il senatore Pd Sergio Lo Giudice, portavoce di ReteDem, saluta il cinquantaseienne marchigiano protagonista della campagna #iostoconmax per l’eutanasia legale.
“Col movimento di quell’occhio solo, Fanelli ha impostato la sua battaglia civile di richiesta allo Stato di una buona legge sul fine vita, che restituisca ai cittadini la piena libertà di scelta su se stessi, sulla propria vita e sulla propria morte. Invece Max se ne è andato senza che dal Parlamento arrivasse una risposta alla sua sacrosanta richiesta. L’apertura di una discussione su una legge sul fine vita è stato forse l’unico appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano totalmente ignorato dalle Camere. Qualche giorno fa una donna lesbica della Provincia di Trieste se n’è andata senza essersi potuta unire con la sua compagna di una vita, nonostante la legge 76 sulle Unioni Civili sia in vigore dal 5 giugno scorso. Un altro diritto violato, stavolta dall’inadempienza del Ministro dell’Interno, che avrebbe dovuto fornire le istruzioni ai Comuni entro il 5 luglio. Le vittime delle torture del 2011 a Genova, alla Caserma di Bolzaneto e alla scuola Diaz, di cui in questi giorni ricorre il quindicesimo anniversario, rimangono ancora senza una legge che chiami col suo nome quella brutale sospensione dello stato di diritto avvenuta nel cuore dell’Europa, dopo che le destre hanno imposto la sospensione del voto sul provvedimento in Senato prevista per la giornata di ieri. Quanto tempo dovranno ancora aspettare i cittadini perché diritti già riconosciuti dal diritto comunitario e oggetto di nostri impegni internazionali smettano di essere tenuti in ostaggio dalla politica?”
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