A parlare di diritti alle primarie del centrosinistra si impone subito un fatto: sebbene i diritti violati nel nostro paese siano tanti, oggi quando si pensa ai  diritti civili si arriva direttamente a quelli di gay e lesbiche. La consapevolezza del ritardo stratosferico dell’Italia rispetto al resto del mondo è ormai evidente. Dopo l’ubriacatura della discussione sui Pacs, che aveva occupato le aperture dei quotidiani ai tempi del secondo governo Prodi,fra le promesse mancate del capo del governo e le minacce di fare crollare l’instabile maggioranza da parte di Paola Binetti, era sceso un velo di silenzio sulle coppie dello stesso sesso.

Di fronte all’ondata travolgente che arriva da oltre confine ( basti pensare, solo nell’ultima  settimana, ai referendum vinti in Mayne, Maryland e Washington, al varo della proposta di legge su matrimonio e adozioni di Hollande, alla sentenza della Corte costituzionale spagnola) il tema si è imposto nuovamente.

La seconda considerazione da fare è che le posizioni in campo, per quanto insoddisfacenti, sono molto più avanzate rispetto a pochi anni fa. Grazie anche alla sentenza della nostra Corte Costituzionale che nel 2010 ha chiesto  al Parlamento di riconoscere giuridicamente le coppie dello stesso sesso, l’asse del dibattito politico si è spostato in modo evidente a un livello più avanzato. Basta guardare  le differenze fra la Binetti di cui sopra e  Bruno Tabacci, l’ala destra della coalizione, favorevole al registro milanese sulle unioni civili e a una legge nazionale purchè non si chiami matrimonio e non contempli le adozioni.

Certo, si fa fatica  a trovare fra i leader nazionali chi si identifichi in toto con le richieste del movimento Lgbt. Persino Nichi Vendola, pure favorevole da qualche tempo a matrimonio e adozioni, ha fatto un brutto  scivolone sulla necessità di modificare la Costituzione per estendere il matrimonio a gay e lesbiche, in barba ai tanti autorevoli costituzionalisti che cercano di spiegare alla politica che di questa modifica non ci sarebbe bisogno. La delusione più grande l’ha data Laura Puppato, che si era spesa per il matrimonio gay in tempi non sospetti e si pensava potesse diventare portavoce dell’esigenza delle famiglie arcobaleno (quelle con due mamme o due papà) di dare diritti ai loro bambini. Con un avvitamento carpiato, Puppato ha ribadito il suo sì alle adozioni, aggiungendo però  un incomprensibile”per quanto riguarda la maternità dobbiamo parlarne”. Parlarne con chi? Con le tante donne costrette ad andare all’estero per sfuggire ai vincoli odiosi della legge  40 che impediscono alle donne single di accedere alla fecondazione assistita? O con i bambini a cui è negato il riconoscimento di un qualsiasi legame con uno dei suoi due genitori? Possiamo parlarne per anni, ma la crescita esponenziale di questi bambini non si fermerà per questo, e la  necessità di assumere decisioni sulla loro vita  rimane un dovere dell’oggi per chi governa.

 

Bersani è stato in linea con il taglio che ha dato alla sua campagna: non prometto ciò che so di non potere mantenere ma solo quello che credo di riuscire a fare in un Parlamento frammentato come il prossimo. Una legge alla tedesca sulle unioni civili non è il massimo, ma può essere un base su cui lavorare per l’estensione del matrimonio se domani dovesse esserci una maggioranza trasversale favorevole in parlamento ( come avvenne per il divorzio). Le civil partnership (all’inglese o alla tedesca, ha spiegato ieri) sono anche l’obiettivo di Renzi che si è anche impegnato – come già anche Bersani – ad una legge entro i cento giorni. Ma sui bambini il sindaco di Firenze ha svicolato, rimandando il dibattito a un futuro imprecisato. Bersani invece ha rilanciato quello che le associazioni vanno chiedendo da tempo: va bene continuare ad approfondire il tema delle adozioni,  ma è oggi il tempo di riconoscere i diritti dei nostri bambini, quelli che la loro mamma a o il loro papà non riescono a prendere a scuola se non con una delega, come fossero degli estranei, e che alla morte del genitore biologico rischiano di diventare orfani per legge. Su questo tema Bersani ha gettato la palla in avanti ed è stato chiaro e concreto: dobbiamo“occuparci delle decine di migliaia di bambini che vivono già con coppie omosessuali,  per andare a vedere qual è il filo dei loro diritti e come vengono considerati nella vita sociale a cominciare da quella scolastica”. Queste affermazioni del segretario PD – che rappresentano la vera novità politica del confronto  televisivo fra i candidati alle primarie per quanto riguarda i diritti – aprono una pagina nuova nel dibattito politico e potranno portare novità interessanti nella prossima legislatura.

Sergio Lo Giudice

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