index(DIRE) Bologna, 19 apr. – Pur essendo stato “fin dalla prima ora” un sostenitore di Stefano Rodota’, “ritengo che la figura di Romano Prodi non sia seconda a nessuno come qualita’ e anche personalmente sono molto soddisfatto di questa scelta”. Cosi’ il parlamentare bolognese Sergio Lo Giudice (Pd), appena terminata la riunione dei grandi elettori del centrosinistra che questa mattina ha individuato in Prodi il proprio candidato alla presidenza della Repubblica. “Per le sue qualita’ politiche, morali e istituzionali- aggiunge Lo Giudice, intervistato ai microfoni di Radio Citta’ del Capo- e per le sue esperienze di governo, credo che quello di Prodi possa essere il nome che riesce a guidare il Paese in questa fase cosi’ difficile”. Fiducioso sull’elezione dell’ex premier anche un altro parlamentare del Pd emiliano, il politologo Carlo Galli, sempre intervistato da Radio Citta’ del Capo: alla votazione di oggi pomeriggio “credo ci saranno le condizioni affinche’ l’Italia abbia un nuovo capo dello Stato”. Dunque Prodi ha i voti per l’elezione? “Vedremo”, afferma Galli, ma “penso che su di lui ci sara’ una convergenza di molti, di una parte dei grillini” e poi “c’e’ Sel”, questo “dovrebbe essere sufficiente ad eventualmente tamponare qualche nostra falla”. Per quanto riguarda per l’appunto il Pd, il nome di Prodi e’ passato “a grande maggioranza e con il gruppo compatto”, sottolinea Galli, riferendo della “grandissima preoccupazione di Bersani per la mancata compattezza” dalla quale ieri, si era fatta discendere perfino una “minaccia” sull’esistenza del Pd stesso: una “sbandata”, la definisce il politologo. Il nome di Prodi, per Lo Giudice, rispetta i criteri che il Pd si era dato per offrire un candidato al Paese: “grande competenza politica ed istituzionale” e “credibilita’ internazionale”.

Inoltre, Prodi rassicura su un elemento “che negli ultimi giorni come non mai era emerso come fondamentale per la nostra scelta: la capacita’- afferma il parlamentare democratico- di creare una connessione sentimentale con il nostro popolo, con il centrosinistra e con l’Italia”. Si materializzera’ un “ponte” da parte del M5s? “Spero e credo di si’, in fondo quello di Prodi era uno dei nomi- ricorda Lo Giudice- che gli iscritti del M5s avevano indicato nella loro rosa, evidentemente e’ un nome che sa parlare anche a quel mondo”. Tra i grillini, dunque, Lo Giudice spera ci sia “non qualche voto in liberta’” ma “la consapevolezza che Prodi puo’ essere il nome che da’ corpo all’ipotesi di quella fase di governo del cambiamento di cui il Paese ha grande bisogno”. In altre parole, “credo che gli amici del M5s possano e debbano collaborare” con il Pd, aggiunge Lo Giudice, “nell’interesse del Paese”. Quella di arrivare alla fine al nome di Prodi, chiedono gli intervistatori, era forse una strategia messa in campo da Bersani fin dall’inizio? Niente di cosi’ “macchinoso”, assicura Lo Giudice: piu’ semplicemente, una volta arrivati alle soglie della votazione a maggioranza semplice quello di Prodi “si staglia come il nome ideale”, con il passaggio ad una “fase nuova” rispetto a quella iniziale. Infine, per quanto riguarda la solidita’ dell’attuale segretario, Lo Giudice assicura che “nelle scelte di oggi e nel risultato della riunione Bersani si e’ confermato una persona con grande capacita’ di leadership ed e’ saldamente in sella al partito”. Il segretario, in altre parole, “e’ il comandante di una naveconclude il parlamentare bolognese- che si e’ rimessa in rotta e procede a tutta velocita’”.
(Pam/ Dire)
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