Sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso si va avanti come previsto e come confermato a più riprese dallo stesso Matteo Renzi. Due sono i punti fermi e irrinunciabili:
1.Non si discute sulla piena estensione dei diritti sociali oggi riservati alle coppie eterosessuali, perché questo ci chiedono il diritto comunitario, le nostre corti e il principio di non discriminazione.
2.Il Pd conferma l’impegno per l’adozione del figlio del/la partner dell’unione civile, nell’interesse superiore del minore al riconoscimento giuridico del rapporto con entrambi i genitori di fatto, prioritario rispetto a qualsiasi altra considerazione.
Per quanto riguarda la distinzione anche formale del nuovo istituto giuridico rispetto al matrimonio, si tratta di un presupposto assodato su cui non ci sono ambiguità e su cui c’è disponibilità al dialogo con tutti. Le unioni civili non sono il matrimonio, tanto che io stesso non ho voluto che il mio ddl 15 sul matrimonio egualitario confluisse nel testo unico. Per quanto mi riguarda, quella sarà la battaglia a partire dal prossimo anno, ma è un altro capitolo che non riguarda la legge oggi in discussione in Senato. Il 2015 sarà l’anno delle unioni civili, prima tappa verso l’uguaglianza.
Il 2 settembre la commissione giustizia si riunirà per l’intera giornata per andare avanti col voto degli emendamenti. Voto finale entro l’anno, come da impegno del premier.