Il Senato ha approvato il disegno di legge sulle carceri presentato dal ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri. Una legge che alleggerisce la pressione del sovraffollamento dei nostri penitenziari ( 65.000 detenuti in 45.000 posti), destinato a diventare insopportabile nei mesi più caldi, e salva l’Italia da pesanti sanzioni.

È di gennaio la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani che ha condannato il nostro paese per avere sottoposto sette detenuti a trattamenti inumani, in violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani, tenendoli imprigionati in tre metri quadrati a testa, meno dei minimi imposti dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti. Anche in prigione i diritti umani fondamentali vanno rispettati.

La detenzione non è l’unica punizione possibile: il Consiglio d’Europa ha chiesto di considerarla l’ipotesi estrema, da riservare ai casi in cui “la gravità del reato è tale da rendere qualunque altra misura o sanzione manifestamente inadeguata”. Questo vale soprattutto quando la privazione della libertà porta con sé altre pene accessorie non previste, come la violazione della dignità delle persone o del loro diritto alla salute. La certezza della pena e non la sua crudeltà – scriveva Cesare Beccaria – è il deterrente per nuovi delitti.

Il nostro sistema carcerario rappresenta ancora troppo spesso una sorta di reclusione del disagio sociale: stranieri irregolari, tossicodipendenti, persone con disagio psichico o con malattie invalidanti rappresentano quote altissime della nostra popolazione detenuta.

Il disegno di legge approvato – che recepisce il decreto legge del 1 luglio scorso – aumenta la possibilità di accedere a misure di esecuzione esterna della pena, dalla detenzione domiciliare alla semilibertà. Si salvaguardano i trattamenti di recupero per tossicodipendenti e alcolisti. Si limita il fenomeno delle “porte scorrevoli”, le costose e spesso inutili permanenze in carcere per pochi giorni. Si agevola la detenzione domiciliare delle mamme – in certi casi dei padri – con bambini piccoli. Si punta a potenziare le piccole strutture di detenzione, dove è più facile un trattamento effettivo di rieducazione.

Per rendere accettabile e dignitosa la situazione delle nostre carceri c’è ancora tanto da fare: depenalizzare le droghe leggere, eliminare il reato di clandestinità, introdurre il reato di tortura.

“Non fatemi vedere i vostri palazzi, ma le vostre prigioni, perché da queste si misura il grado di civiltà di una nazione” scriveva Voltaire. Quando l’Europa tornerà a indagare sulle nostre carceri dovremo farci trovare pronti.

Articolo pubblicato sull’Huffington Post

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