Le mie dichiarazioni riprese dal Manifesto

diritti civili

Diritti civili, un difficile compromesso
Governo. Per le unioni di fatto Alfano punta al riconoscimento di garanzie personali, slegate dalla coppia

Di immi­gra­zione non se ne parla nem­meno. Il tema è così incan­de­scente che Mat­teo Renzi, par­lando al Senato, non ne ha nean­che fatto cenno. Meglio sor­vo­lare, avrà pen­sato il pre­mier insieme ad Ange­lino Alfano, libe­rando così il campo da un argo­mento che imba­razza entrambi. Ma anche così, anche accan­to­nando la pos­si­bi­lità di man­dare final­mente in sof­fitta la Bossi-Fini, altri temi «sociali» rischiano di ren­dere il per­corso del governo par­ti­co­lar­mente acci­den­tato. E tra que­sti c’è la par­tita sui diritti civili e in par­ti­co­lare la riforma della cit­ta­di­nanza per i bam­bini figli di stra­nieri e le unioni civili. Due punti sui quali nel discorso pro­gram­ma­tico Renzi ha già detto chia­ra­mente di voler cer­care un com­pro­messo con il Nuovo cen­tro­de­stra ma che intanto con­ti­nuano a divi­dere la mag­gio­ranza. Da giorni le dele­ga­zioni di Renzi e Alfano — Ivan Scal­fa­rotto e Davide Faraone per il Pd, Gae­tano Qua­glia­rello e Renato Schi­fani per il Ncd — con­ti­nuano a lavo­rare nel ten­ta­tivo di avvi­ci­nare posi­zioni che, fino a ieri sera, erano ancora molto lon­tane. Spe­cial­mente sulle unioni civili sulle quali il Ncd, pur avendo fatto passi in avanti e abban­do­nato l’iniziale posi­zione intran­si­gente, non vuole pro­prio sen­tire par­lare di equi­pa­ra­zione di diritti tra cop­pie spo­sate e cop­pie gay. «C’è comun­que una ferma inten­zione di par­lare e tro­vare un punto di accordo, e il con­fronto si svolge in un’atmosfera molto pacata», spiega Scal­fa­rotto, con­vinto che prima o poi si arri­verà a un accordo.

Già, ma la domanda è: che tipo di accordo sarà quello tro­vato con Alfano?. Il punto di par­tenza del Pd si cono­sce: Renzi ha infatti detto più volte di guar­dare al modello tede­sco, la «civil part­ner­ship» che rico­no­sce piena egua­glianza di diritti tra quanti con­vi­vono, etero o gay che siano, e cop­pie spo­sate. Il che signi­fica, tra l’altro, la regi­stra­zione dell’unione davanti a un pub­blico uffi­ciale e l’equiparazione del trat­ta­mento fiscale tra cop­pie gay e etero, ma anche la pos­si­bi­lità di suben­trare nel con­tratto di affitto in caso di morte del part­ner. Tutto tranne l’adozione di un bam­bino. Se nella cop­pia uno dei due ha però un figlio natu­rale, il part­ner può adot­tarlo, come ulte­riore forma di tutela del minore.

Diritti ormai acqui­siti un po’ ovun­que in Europa, ma troppo avan­zati per il Ncd che pur rico­no­scendo la neces­sità di arri­vare a una legi­sla­zione in mate­ria, punta però al rico­no­sci­mento di diritti indi­vi­duali. Il che signi­fica la pos­si­bi­lità di visi­tare il part­ner in ospe­dale in caso di malat­tia, per­messi retri­buiti sul lavoro per assi­stere il part­ner in caso di infer­mità e pos­si­bi­lità di suben­trare nel con­tratto di affitto. I nuovi diritti, insomma, devono essere legati alla per­sona e non alla cop­pia, nel ten­ta­tivo di scon­giu­rare ogni pos­si­bile equi­pa­ra­zione con il matrimonio.

Per Renzi si tratta di una strada par­ti­co­lar­mente imper­via. Se infatti accon­tenta Alfano, rischia di aprire uno scon­tro con cuper­liani e civa­tiani, che già hanno detto di non voler accet­tare media­zioni su que­sti temi. Come spiega il demo­cra­tico Ser­gio Lo Giu­dice, che giu­dica «inac­cet­ta­bile» ogni tipo di com­pro­messo. «Se accet­te­remo i veti del Ncd — spiega il sena­tore civa­tiano — il pic­colo Erne­sto, figlio di due mamme e che Renzi ha più volte citato in cam­pa­gna elet­to­rale, se suc­ce­derà qual­cosa a Teresa, la sua mamma legale, si ritro­verà in orfanatrofio».

Più sem­plice, sulla carta, la que­stione della cit­ta­di­nanza. L’idea è quella di uno ius cul­tu­rae. Più accet­ta­bile per tutti, pre­vede il rico­no­sci­mento della cit­ta­di­nanza per i figli degli stra­nieri al ter­mine di un ciclo sco­la­stico. Il pro­blema, come ha spie­gato anche Renzi al Senato, è inten­dersi: per il Pd basta un solo ciclo, men­tre il Ncd chiede che si arrivi alla cit­ta­di­nanza solo al ter­mine della scuola dell’obbligo. Posi­zioni sem­pre distanti, ma meno rispetto alle unioni civili. Non è escluso che, per evi­tare peri­co­lose fri­zioni, alla fine sarà il par­la­mento a occu­parsi sia di unioni civili che di cit­ta­di­nanza. Togliendo così le casta­gne dal fuoco per il governo.

CARLO LANIA

da il manifesto
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