(DIRE) Bologna, 6 nov. – “Sono molto, molto contento”. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti dele vittime della strage alla stazione di Bologna e deputato Pd, non nasconde la sua soddisfazione. Una delle richieste fatte con forza alla cerimonia dello scorso 2 agosto, l’introduzione del reato di depistaggio, fa un significativo passo avanti: domani alle 14 la commissione Giustizia della Camera iniziera’ l’esame della proposta di legge, dello stesso Bolognesi, che introduce questo reato; in commissione sara’ il democratico Walter Verini a esporla. E’ una delle due partite decisive per i parenti delle vittime della strage. L’altra e’ quella dei rimborsi ai familiari stessi: l’attuazione della legge 204, che tante tensioni e malumori ha alimentato negli anni tra i parenti. E che ora e’ ‘appesa’ ai destini della Legge di stabilita’. E qui il percorso e’ piu’ accidentato. La promessa di risolvere il problema, fatta dal ministro Graziano Delrio il 2 agosto a Bologna, si e’ trascinata finora, di rinvio in rinvio. Pareva potesse essere tutto risolto nel giro di poche settimane, entro l’estate. Si e’ passati a “entro settembre”. Pareva servisse un provvedimento governativo sulla sicurezza, poi si e’ capito che era necessario usare la strada relativa alle misure per gli esodati. Ora e’ saltato fuori il ‘canale’ della Legge di stabilita’, ed ecco un’altra sorpresa: l’unico riferimento al tema nella Legge di stabilita’ e’ a pagina 276, dove si parla di un milione di euro di risarcimenti alle vittime del terrorismo. Il che per i parenti della strage di Bologna e’ troppo poco dato che chiedono una norma che indichi chiaramente all’Inps di liquidare le somme. Questo, una cifra da sola non lo fa. Servira’ quindi il lavoro parlamentare per risolvere il problema. “I rimborsi per le vittime? Ci stanno lavorando…”, si limita a dire Bolognesi che preferisce oggi vedere il bicchiere mezzo pieno. “Se la legge che introduce il reato di depistaggio verra’ approvata dal Parlamento – afferma Bolognesi- i giudici avranno uno strumento in piu’ per smascherare e colpire chi attraverso l’azione di depistaggio copre mandanti ed esecutori. Molte delle inchieste sui principali fatti di strage e terrorismo hanno subito rallentamenti o si sono arenate a causa della mancata collaborazione di pubblici ufficiali con l’autorità giudiziaria. Dalla strage di piazza Fontana in poi”. Bolognesi rinnova la sua accusa a “omissioni, bugie e distruzione di documenti” da cui è dipesa l’impossibilità di giungere finora “alla scoperta dei mandanti e dei responsabili politici degli attentati che hanno devastato il Paese fino al 1993. Con l’introduzione del reato di depistaggio il percorso verso la completa verita’ si dota di un nuovo ed efficace strumento normativo”. La proposta di legge di Bolognesi ha il sostegno di 20.000 firme a una petizione lanciata dal sito change.org. Hanno aderito anche i parlamentari Pd dell’Emilia-Romagna Carlo Galli, Marilena Fabbri, Donata Lenzi, Andrea De Maria, Sandra Zampa e i senatori Sergio Lo Giudice, Rita Ghedini, Claudio Braglia, Giancarlo Sangallo, Francesca Pugliesi. Nel chiedere, ad agosto, il reato di depistaggio, Bolognesi diceva: “E’ bene che esista e che anche gli uomini dei servizi segreti sappiano che se commettono certe cose commettono reato e non sono tutelati”. Bolognesi ricordava anche che “l’attentato del 2 agosto fu preceduto di cinque mesi da un depistaggio per mano di uomini dei servizi segreti”. I depistaggi hanno creato “danni atroci alle inchieste”, disse il 2 agosto. (Mac/ Dire) 13:48 06-11-13 NNNN

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