Oggi le Camere hanno approvato una mozione che dà il via al processo di riforme istituzionali. Con soddisfazione di molti (fra cui il sottoscritto) é stata accantonata l’ipotesi di una convenzione mista parlamentari/esperti esterni, che avrebbe modificato fortemente la procedura rispetto a quanto stabilito dall’art.138 della Costituzione. Il percorso di riforma avverrà secondo Costituzione. Solo su due punti il Parlamento ha chiesto al Governo di preparare un disegno di legge costituzionale per derogare una tantum al 138 su due punti: la costituzione di un comitato parlamentare paritetico fra i componenti delle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato e la possibilità di ricorrere comunque a referendum confermativi sulle riforme anche se queste dovessero essere approvata dai due terzi dei parlamentari. Insieme a 42 deputati e senatori del Pd ho sottoscritto un documento in cui mettiamo in fila una serie di perplessità sul percorso scelto.

RIFORME. 43 PARLAMENTARI PD: ATTENTI A STABILIZZARE PORCELLUM
(DIRE) Roma, 29 mag. – Quarantatre deputati e senatori del Pd firmano un documento in cui mettono in guardia dal rischio di una stabilizzazione del porcellum. Si tratta di parlamentari che “pur apprezzando i miglioramenti introdotti rispetto all’impianto originario” manifestano una serie di preoccupazioni”. La prima riguarda “la deroga alla procedura di revisione costituzionale che rappresenta un oggettivo problema e un pericoloso precedente”. In secondo luogo i firmatari segnalano “l’estensione delle materie soggette a riforma cui si fa riferimento nella mozione che configurano una riscrittura sostanziale della seconda parte della Costituzione la quale semmai esigerebbe un sensibile rafforzamento del sistema delle garanzie procedimentali”. I parlamentari democratici osservano che “e’ quanto meno discutibile che siano le Camere a chiedere al Governo di impegnarsi a varare un disegno di legge costituzionale che introduca una tale deroga su materia eminentemente parlamentare quale quella della procedura di revisione costituzionale” Sulla questione della forma di Governo, osservano, “e’ indispensabile che il lavoro istruttorio del Comitato sia preceduto da un dibattito e un indirizzo del Parlamento”. Nella parte finale del dispositivo, osservano poi, “si prospetta anche l’ipotesi, dalla quale dissentiamo, di un solo progetto di riforma complessiva anziche’, come si richiederebbe, di provvedimenti distinti per titoli e materie sui quali, in Parlamento, possano liberamente prodursi maggioranze non precostituite e diverse in ragione dei singoli, specifici oggetti. Del resto, tutti i quattro “saggi” nominati dal Presidente Napolitano che si sono occupati della questione, su questo punto concordemente, hanno prospettato, a conclusione dell’iter, referendum confermativi “distinti per singole parti omogenee”.I firmatari del documento sottolineano poi che “nel testo della mozione si stabilisce un nesso tra il buon esito delle riforme costituzionali e, a valle, l’eventuale e conseguente riforma delle legge elettorale, con il concreto rischio della ennesima, deprecabile stabilizzazione del “porcellum”, in aperta contraddizione con il solenne impegno da tutti proclamato della sua cancellazione”. firmano il documento Franco Monaco, Donatella Albano, Silvana Amati, Amato Maria, Bindi Rosy, Boccuzzi Antonio, Burtone Giovanni, Cantini Laura, Capozzolo Sabrina, Casson Felice, Chiti Vannino, Cirinna’ Monica, Civati Pippo, Cociancich Roberto, Corsini Paolo, Cova Paolo, Di Giorgi Rosa Maria, Di Maio Marco, Dirindin Nerina, Filippi Marco, Galli Carlo,Ginetti Nadia, Gribaudo Chiara, Lo Giudice Sergio, Marino Mauro Maria, Marzano Michela, Mattesini Donella, Mattiello Davide, Mineo Corradino, Miotto Margherita, Nicoletti Michele, Orru’ Pamela, Padua Venera, Paris Valentina, Pastorino Luca, Pezzopane Stefania, Preziosi Ernesto, Puppato Laura, Ricchiuti Lucrezia, Rotta Alessia, Tocci Walter, Zampa Sandra, Zavoli Sergio.

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