DA 30 GIORNI, ATTESA DECISIONE DEL GIP PER POTERLE TRASFERIRE (DIRE) Bologna, 29 lug. – In carcere a due mesi. Senza alternative valide, senza un progetto di vita. Sembra impossibile che una bimba di pochi mesi debba scontare in carcere parte della pena della madre, perfino quando questa e’ ancora in attesa di giudizio definitivo e rinchiusa in custodia cautelare, ma in Italia “ogni anno ci sono una sessantina di casi del genere, e aBologna sono gia’ tre o quattro”. Massimo Ziccone, responsabile dell’area educativa del carcere bolognese della Dozza, conferma la notizia che da quasi 30 giorni una bambina di appena due mesi e’ reclusa insieme alla madre 19enne. La vicenda e’ stata resa nota dopo la visita in carcere dei due parlamentari PD Sergio Lo Giudice e Rita Ghedini, che hanno denunciato pubblicamente -la notizia e’ stata ripresa da Radio Citta’ del Capo- la presenza della bimba, chiedendo che venisse trovata una soluzione alternativa per evitare alla piccola altro tempo in cella insieme alla madre. Purtroppo, ancora non si sa quando la bimba potra’ uscire dalla Dozza, nonostante Ziccone abbia spiegato che “in questi casi, dal carcere sollecitiamo sempre l’autorita’ giudiziaria competente (nello specifico un gip bolognese), affinche’ la madre possa essere trasferita assieme al figlio in una struttura alternativa”. Il problema pero’ non e’ di semplice soluzione: per quanto riguarda la situazione della 19enne in attesa di giudizio, ad esempio, da una parte “la ragazza ha dei precedenti importanti nell’ambito dello stesso tipo di reato”, e questo non permetterebbe misure alternative alla custodia cautelare in carcere, e dall’altra “non ci sono parenti in Italia a cui affidare temporaneamente la bambina”. Infatti, pur essendo italiana, “la madre ha il resto della famiglia in Croazia e anche il padre non e’ nel Paese”.
(DIRE) Bologna, 29 lug. – Quale puo’ essere la soluzione piu’ rapida per far uscire la piccola dalla Dozza? Il responsabile dell’area educativa del carcere ha risposto che “di solito ci si appoggia anche a comunita’ e case famiglia all’interno del mondo del volontariato, ma spetta comunque al gip decidere se e quando”. Ziccone resta in attesa della decisione dell’autorita’ giudiziaria, che si augura possa arrivare al piu’ presto perche’ “fa veramente male vedere una bimba cosi’ piccola in carcere”. Intanto alla Dozza stanno cercando di far passare meno ore possibili in cella alla madre e alla bambina: “Proviamo a farle stare il piu’ possibile all’interno della ludoteca della sezione femminile, e cerchiamo di non far trascorrere alla madre tutta la giornata insieme alla figlia, perche’ anche lei ha bisogno di respiro ogni tanto”. In questo caso, e’ la mamma che decide tra i vari volontari, che sono a disposizione all’interno del carcere, a chi affidare la piccola per qualche ora. Sabato pomeriggio sono arrivati gli operatori di Telefono Azzurro, che vengono due volte al mese e intrattengono i bimbi giocando, in certi momenti anche in aree verdi, quando non fa troppo caldo. Ziccone ha raccontato poi che in passato ci sono stati altri casi difficili: “Tempo fa era stata fermata all’aeroporto, per spaccio internazionale, una donna sudamericana con un bimbo di meno di tre anni. La donna non aveva parenti in Europa, e ci vollero diversi mesi prima che lei e il bambino venissero trasferiti in una casa famiglia”.
Secondo Ziccone “e’ assurdo che i piccoli debbano subire per le colpe dei genitori”, ma per fortuna, in teoria, “dal prossimo gennaio dovrebbe entrare in vigore una legge che lo impedisce”. Il responsabile pedagogico del carcere della Dozza teme pero’ uno slittamento: “Secondo la norma, era necessario investire nella creazione di strutture alternative idonee ad ospitare casi come questo, ma per quello che so e’ stato fatto solo in alcune regioni e non in Emilia Romagna. Di questi investimenti si dovrebbe occupare il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”. (Dires – Redattore Sociale) (Rer/ Dire) 16:45 29-07-13 NNNN