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Oggi, grazie alla Corte Costituzionale, lo Stato di diritto ha battuto Berlusconi per 2 a 0.

Nel giorno dello stop alla legge sul legittimo impedimento, la Consulta ha detto no al ricorso del Governo contro la Regione Emilia Romagna  che, con la Finanziaria 2010, ha garantito parità di accesso ai servizi a  tutte le famiglie, senza distinzione di status giuridico o di orientamento sessuale.

E’  un bel giorno per chi crede nella democrazia come promozione della libertà di scegliere liberamente il proprio progetto di vita e le forme da dare al proprio amore.

ER) REGIONE. DICO, CORTE COSTITUZIONALE RIGETTA RICORSO GOVERNO  CONTRO ART.48 FINANZIARIA REGIONALE SU PARI ACCESSO A SERVIZI

(DIRE) Bologna, 13 gen. – La Consulta “assolve” i cosiddetti  “Dico all’emiliana”. La Corte costituzionale ha infatti rigettato  il ricorso del Governo contro l’articolo 48 della finanziaria  regionale. Lo fa sapere la Regione Emilia-Romagna in una nota in  cui precisa che “la Corte costituzionale, rigettando il ricorso  del Governo contro l’articolo 48 della finanziaria regionale del  2009, ha avallato la correttezza della norma regionale che  garantisce l’accesso ai servizi pubblici a tutte le persone senza  disparita’ di trattamento ne’ discriminazioni”.

Secondo la Consulta, come spiega il comunicato della giunta  Errani, “la Regione Emilia-Romagna non ha invaso alcuna  competenza esclusiva dello Stato, ne’ tentato di definire una  nuova disciplina delle forme di convivenza diverse dal  matrimonio, ma solo richiamato principi di uguaglianza e di non  discriminazione peraltro gia’ previsti dalla Costituzione e dai  Trattati europei”.

Il ricorso del Governo contro la norma regionale era stato  presentato nel febbraio 2010.

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