Oggi la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’obbligo di trasmissione del nome del padre: è una buona notizia. Ora il Senato stringa i tempi e approvi in tempo utile il disegno di legge 1628 già approvato dalla Camera e di cui sono relatore in Senato, che supera quello che già nel 2006 la Cassazione aveva definito “retaggio dI una condizione patriarcale”. È un peccato che anche questa volta, su un tema che riguarda un diritto fondamentale, la politica non sia riuscita ad anticipare la dichiarazione di incostituzionalità , ma adesso è l’ora di colmare questo ritardo: possiamo dare in pochi mesi all’Italia una legge europea che elimini finalmente uno degli ultimi cascami di una concezione diseguale dei rapporti fra i sessi.

CONSULTA: LO GIUDICE (PD), ATTENDIAMO SOLLECITO A PARLAMENTO SU COGNOMI AI FIGLI
Relatore ddl al Senato, ‘ripreso iter testo approvato alla Camera e rimasto fermo per due anni’
Roma, 8 nov. (AdnKronos) – “Dalla Corte Costituzionale ci attendiamo un aiuto, sotto forma di un ulteriore sollecito al Parlamento a legiferare sulla possibilità di scelta dei cognomi da trasmettere ai figli”. E’ la previsione e al tempo stesso l’auspicio che esprime all’AdnKronos – nel giorno in cui è attesa la sentenza dei giudici della Consulta – il senatore del Pd Sergio LO GIUDICE, relatore al Senato del testo di legge già approvato alla Camera, in base al quale ciascun coniuge può decidere se trasmettere al figlio uno solo o due cognomi: nel primo caso decidono quale, nel secondo sia il padre che la madre scelgono quale dei rispettivi due cognomi, paterno o materno, viene trasmesso al primo figlio e ai suoi eventuali fratelli e sorelle. Così, di generazione in generazione, i cognomi potranno comunque essere soltanto uno o due, mai di più. “Il disegno di legge è stato fermo per due anni al Senato, dopo l’approvazione a settembre 2014 alla Camera dei deputati. Uno ‘stand by’ politico – spiega LO GIUDICE – dovuto anche al fatto che la legge sulle unioni civili aveva già impegnato il Parlamento in una discussione su un tema divisivo, anche all’interno della maggioranza di governo, suggerendo di non proporre altri temi legati alla famiglia e alle relazioni personali”. Ma “a luglio scorso abbiamo ripreso l’iter, già è iniziata in commissione la discussione generale ed entro questo mese di novembre è previsto un ciclo di audizioni, per aprire la fase degli emendamenti sul testo approvato dalla Camera, votarli e portare il nuovo testo all’esame dell’aula del Senato. Nella maggioranza non c’è unanimità, ma si registra una sostanziale condivisione sul testo”. (Sin/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222 08-NOV-16 13:31 NNNN

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