“Con la relazione in Commissione giustizia del Senato sul testo approvato dalla Camera riparte domani, mercoledì 9, l’Iter del disegno di legge sulla trasmissione ai figli del cognome della madre. Si tratta di una norma di civiltà che sana una storica ingiustizia di genere e risponde alla condanna all’Italia del 7 febbraio 2014 da parte della Corte europea dei diritti umani”. Lo rende noto il senatore Pd Sergio Lo Giudice, relatore del ddl 1628 “Disposizioni sul cognome dei figli”, già approvato dalla Camera dei deputati il 24 settembre 2014, e degli altri disegni di legge sullo stesso argomento abbinati (ddl 1226 Lo Giudice, ddl 1227 Buemi, ddl 1229 Lumia, 1230 Mussolini, ddl 1245 Malan, ddl 1383 Mangili).

“Il disegno di legge in discussione lascia ai genitori la possibilità di trasmettere ai figli il cognome del padre, quello della madre o quelli di entrambi secondo l’ordine concordato – spiega Lo Giudice – come avviene, in forme diverse tra loro, in gran parte dei Paesi europei, a partire da Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna.
Oggi in Italia i genitori non possono decidere di trasmettere solo o anche il cognome della madre. Per questo motivo la Corte di Strasburgo ha chiesto all’Italia di rendere la sua legislazione compatibile con gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti umani. Già la nostra Corte di Cassazione,d’altra parte, aveva definito l’attribuzione automatica del cognome paterno un “retaggio di una concezione patriarcale della famiglia non in sintonia con le fonti sopranazionali”.

“Mi fa piacere che la discussione in Senato riparta proprio nel giorno dell’approvazione definitiva della legge sulle unioni civili e sulle convivenze di fatto – sottolinea il senatore dem -. Queste misure, insieme ad altre già varate come l’equiparazione fra figli “naturali” e figli “legittimi”, l’introduzione del divorzio breve e la possibilità di adozione da parte delle famiglie affidatarie segnano un’azione importante, anche se ancora non risolutiva, di questa legislatura verso quella riforma del diritto di famiglia necessaria da molti anni”.

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