Se i due genitori sono d’accordo, possono già da oggi trasmettere ai figli anche il cognome della madre. È quanto comunica il Ministero dell’Interno con la circolare 1/2017 che , in conseguenza della sentenza 286/2016 della Corte Costituzionale, recita: “L’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale è immediata per cui (…) l’ufficiale dello stato civile dovrà accogliere la richiesta dei genitori che, di comune accordo, intendano attribuire il doppio cognome, paterno e materno, al momento della nascita o al momento dell’adozione”.

Oggi è quindi necessario il consenso di entrambi i partner per trasmettere il doppio cognome. É un passo avanti importante che però non risolve il tema della persistenza di un’anacronistica diseguaglianza fra uomo e donna nella trasmissione ai figli di un elemento costitutivo della loro identità, questione che la Corte non era chiamata a risolvere.

Ma la Consulta, nelle motivazioni di quella sentenza, sottolinea in modo chiaro la necessità “di un indifferibile intento legislativo, destinato a disciplinare organicamente la materia, secondo criteri finalmente consoni al principio di parità”.

Per questo è ancor più urgente che il Senato approvi il disegno di legge 1628, già approvato dalla Camera dei deputati, che disciplina la trasmissione del cognome ai figli eliminando ogni diseguaglianza di genere e prevedendo non solo la possibilità del doppio cognome, ma anche la libera scelta dei genitori di trasmettere ai figli il solo cognome della madre in alternativa a quello del padre. La discussione in Commissione giustizia è è avviata da mesi. Nei prossimi giorni si terranno le audizioni di esperti e poi sarà possibile – se le forze politiche si assumeranno questa responsabilità – consegnare al paese una legge che costituirebbe un passo avanti significativo nel percorso di eguaglianza fra donne e uomini.

Questo articolo è stato pubblicato su
Huffington Post

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