“L’uscita di Pippo Civati dal PD pone un interrogativo enorme a tutti noi. Un partito del 40%, che aspira a guidare il Paese come perno centrale di un sistema bipartitico e ad essere autosufficiente attraverso un forte premio di maggioranza non può non contenere al suo interno una pluralità di idee e posizioni politiche , da fare convivere attraverso un paziente lavoro di ascolto e di sintesi fra diverse posizioni. Questo oggi il PD non lo sta facendo e il fatto che un dirigente di valore come Civati decida di portare altrove la sua passione e le sue idee è una sconfitta per tutti i democratici.”
Così il senatore Sergio Lo Giudice, che lo aveva sostenuto alle ultime primarie per la scelta del segretario, commenta l’uscita di Giuseppe Civati dal PD.
“Io rimango nel Partito Democratico, perché continuo a pensare che l’unità dei riformisti sia l’orizzonte in cui la sinistra italiana debba fare pesare la sua voce, com’era nella scommessa dell’Ulivo. Questo è il luogo in cui le riforme che servono all’Italia possono essere fatte e qui la sinistra deve lavorare per garantire l’ancoraggio di quelle riforme a valori come la giustizia sociale, le libertà individuali e la realizzazione piena e avanzata dei nostri principi costituzionali”.
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LINKhttps://it.notizie.yahoo.com/lo-giudice-non-seguir%C3%B2-civati-ma-sua-uscita-152520554.html
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PD. LO GIUDICE: NON SEGUIRO’ CIVATI, SUA USCITA È UNA SCONFITTA
(DIRE) Roma, 6 mag. – “L’uscita di Pippo Civati dal Pd pone un interrogativo enorme a tutti noi. Un partito del 40%, che aspira a guidare il Paese come perno centrale di un sistema bipartitico e ad essere autosufficiente attraverso un forte premio di maggioranza non puo’ non contenere al suo interno una pluralita’ di idee e posizioni politiche , da fare convivere attraverso un paziente lavoro di ascolto e di sintesi fra diverse posizioni. Questo oggi il Pd non lo sta facendo e il fatto che un dirigente di valore come Civati decida di portare altrove la sua passione e le sue idee e’ una sconfitta per tutti i democratici”. Cosi’ il senatore Sergio Lo Giudice, che lo aveva sostenuto alle ultime primarie per la scelta del segretario, commenta l’uscita di Giuseppe Civati dal Pd. “Io- aggiunge- rimango nel Partito Democratico, perche’ continuo a pensare che l’unita’ dei riformisti sia l’orizzonte in cui la sinistra italiana debba fare pesare la sua voce, com’era nella scommessa dell’Ulivo. Questo e’ il luogo in cui le riforme che servono all’Italia possono essere fatte e qui la sinistra deve lavorare per garantire l’ancoraggio di quelle riforme a valori come la giustizia sociale, le liberta’ individuali e la realizzazione piena e avanzata dei nostri principi costituzionali”. (Com/Vid/ Dire) 17:15 06-05-15
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Civati, Lo Giudice: Non lo seguiro’ ma suo addio e’ sconfitta per il Pd
Civati, Lo Giudice: Non lo seguiro’ ma suo addio e’ sconfitta per il Pd (ilVelino/AGV NEWS) Roma, 06 MAG – “L’uscita di Pippo Civati dal PD pone un interrogativo enorme a tutti noi. Un partito del 40%, che aspira a guidare il Paese come perno centrale di un sistema bipartitico e ad essere autosufficiente attraverso un forte premio di maggioranza non puo’ non contenere al suo interno una pluralita’ di idee e posizioni politiche , da fare convivere attraverso un paziente lavoro di ascolto e di sintesi fra diverse posizioni. Questo oggi il PD non lo sta facendo e il fatto che un dirigente di valore come Civati decida di portare altrove la sua passione e le sue idee e’ una sconfitta per tutti i democratici”. Cosi’ il senatore Sergio Lo Giudice, che lo aveva sostenuto alle ultime primarie per la scelta del segretario, commenta l’uscita di Giuseppe Civati dal Pd. “Io rimango nel Partito Democratico, perche’ continuo a pensare che l’unita’ dei riformisti sia l’orizzonte in cui la sinistra italiana debba fare pesare la sua voce, com’era nella scommessa dell’Ulivo. Questo e’ il luogo in cui le riforme che servono all’Italia possono essere fatte e qui la sinistra deve lavorare per garantire l’ancoraggio di quelle riforme a valori come la giustizia sociale, le liberta’ individuali e la realizzazione piena e avanzata dei nostri principi costituzionali”. (com/fan) 171806 MAG 15 NNNN
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Lo Giudice: non seguirò Civati ma sua uscita è sconfitta per Pd
Unità dei riformisti è l’orizzonte per far pesare voce sinistra
Roma, 6 mag. (askanews) – “L’uscita di Pippo Civati dal Pd pone un interrogativo enorme a tutti noi. Un partito del 40%, che aspira a guidare il Paese come perno centrale di un sistema bipartitico e ad essere autosufficiente attraverso un forte premio di maggioranza non può non contenere al suo interno una pluralità di idee e posizioni politiche , da fare convivere attraverso un paziente lavoro di ascolto e di sintesi fra diverse posizioni. Questo oggi il Pd non lo sta facendo e il fatto che un dirigente di valore come Civati decida di portare altrove la sua passione e le sue idee è una sconfitta per tutti i democratici”. Così il senatore Sergio Lo Giudice, che lo aveva sostenuto alle ultime primarie per la scelta del segretario, ha commentato l’uscita di Giuseppe Civati dal Pd. “Io rimango nel Partito Democratico – ha precisato – perché continuo a pensare che l’unità dei riformisti sia l’orizzonte in cui la sinistra italiana debba fare pesare la sua voce, com’era nella scommessa dell’Ulivo. Questo è il luogo in cui le riforme che servono all’Italia possono essere fatte e qui la sinistra deve lavorare per garantire l’ancoraggio di quelle riforme a valori come la giustizia sociale, le libertà individuali e la realizzazione piena e avanzata dei nostri principi costituzionali”. Pol/Arc
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Pd: Lo Giudice, non seguo Civati, ma sua uscita è sconfitta
(ANSA) – BOLOGNA, 6 MAG – “Io rimango nel Partito Democratico, perché continuo a pensare che l’unità dei riformisti sia l’orizzonte in cui la sinistra italiana debba fare pesare la sua voce, com’era nella scommessa dell’Ulivo, il fatto che un dirigente di valore come Civati decida di portare altrove la sua passione e le sue idee è una sconfitta per tutti i democratici”. Lo sostiene Sergio Lo Giudice, senatore del Pd, che lo aveva sostenuto all’ultimo congresso, commentando la decisione di Pippo Civati. “L’uscita di Civati dal Pd – ha detto – pone un interrogativo enorme a tutti noi. Un partito del 40%, che aspira a guidare il paese come perno centrale di un sistema bipartitico e ad essere autosufficiente attraverso un forte premio di maggioranza non può non contenere al suo interno una pluralità di idee e posizioni politiche, da fare convivere attraverso un paziente lavoro di ascolto e di sintesi fra diverse posizioni. Questo oggi il Pd non lo sta facendo”. Tuttavia, secondo Lo Giudice, lasciare il partito non è la soluzione. “Questo è il luogo – ha detto – in cui le riforme che servono all’Italia possono essere fatte e qui la sinistra deve lavorare per garantire l’ancoraggio di quelle riforme a valori come la giustizia sociale, le libertà individuali e la realizzazione piena e avanzata dei nostri principi costituzionali”.
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PD, LO GIUDICE: NON SEGUIRÒ CIVATI MA LA SUA USCITA È UNA SCONFITTA PER IL PARTITO
(9Colonne) Roma, 6 mag – “L’uscita di Pippo Civati dal PD pone un interrogativo enorme a tutti noi. Un partito del 40%, che aspira a guidare il Paese come perno centrale di un sistema bipartitico e ad essere autosufficiente attraverso un forte premio di maggioranza non può non contenere al suo interno una pluralità di idee e posizioni politiche , da fare convivere attraverso un paziente lavoro di ascolto e di sintesi fra diverse posizioni. Questo oggi il PD non lo sta facendo e il fatto che un dirigente di valore come Civati decida di portare altrove la sua passione e le sue idee è una sconfitta per tutti i democratici.” Così il senatore Sergio Lo Giudice, che lo aveva sostenuto alle ultime primarie per la scelta del segretario, commenta l’uscita di Giuseppe Civati dal PD. “Io rimango nel Partito Democratico, perché continuo a pensare che l’unità dei riformisti sia l’orizzonte in cui la sinistra italiana debba fare pesare la sua voce, com’era nella scommessa dell’Ulivo. Questo è il luogo in cui le riforme che servono all’Italia possono essere fatte e qui la sinistra deve lavorare per garantire l’ancoraggio di quelle riforme a valori come la giustizia sociale, le libertà individuali e la realizzazione piena e avanzata dei nostri principi costituzionali”. (red) 061822 MAG 15
condivido la tua scelta, ispirata da ragione
Anna
aggiungo: finalmente una scelta, la tua, dettata dal senso bel bene comune, dalla ragion politica e non dal narcisismo, bravo Sergio
Anna