“Il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha riconosciuto l’adozione da parte del partner del genitore legale (cosiddetta stepchild adoption) di un bambino, in una coppia di due uomini uniti civilmente all’estero, e di una bambina, in una coppia composta da due donne anch’esse unite civilmente, applicando direttamente la legge sulle unioni civili. Il Tribunale ha verificato che il minore riconosceva in entrambi “i suoi genitori e che la relazione di coppia si distingueva per solidità affettiva, costanza nel tempo e comunanza di obbiettivi, al punto da dovere essere considerata, a tutti gli effetti, una famiglia”.
Lo rendono noto i senatori Monica Cirinnà, prima firmataria della Legge 76/2016, e Sergio Lo Giudice, della Commissione giustizia del Senato.
“Ci fa molto piacere – spiegano i due senatori PD – che il Tribunale dei minori di Bologna, come già aveva fatto la Corte d’Appello di Milano , confermi la piena legittimità della decisione facendo riferimento alla Legge sulle unioni civili che, come si legge in entrambe le sentenze, “ha eletto le coppie formate da persone dello stesso sesso, ove sussistenti vincoli affettivi, al rango di ‘famiglia’”. Le sentenze, inoltre, citano l’ultimo periodo del comma 20 della Legge 76, che recita “Resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti”, correttamente interpretandolo come segno evidente della volontà del legislatore di assecondare “l’orientamento consolidatosi negli ultimi anni in giurisprudenza in favore dell’adozione coparentale”, riconoscendolo istituto idoneo alla piena tutela dei bambini arcobaleno.