Delbono ce l’ha fatta, e con lui ha vinto Bologna. Lo scenario paraberlusconiano proposto da Cazzola – quello di un imprenditore di qualche successo e tante ombre che porta al governo della città il suo comitato d’affari – non funziona qui da noi.
Ma Bologna ha detto no anche al bis di Guazzaloca, cioè alla riproposizione di una città immobile, sdraiata fra le sue mura a guardarsi l’ombelico (di venere?). Dai tortellini Bologna può metaforicamente ripartire, ma con volo intercontinentale – cioè puntando a promuovere all’estero la città a partire dalle sue attrazioni gastronomiche ed architettoniche – e non con la circolare 32, quella che gira in tondo per i viali.
Fra qualche giorno sarà definita la nuova giunta e anche il consiglio sarà pronto per dare il via a questa nuova fase. Saranno cinque anni importanti, perché l’azione di pianificazione del mandato scorso potrà dare risultati visibili, sul piano delle trasformazioni del territorio come nella riorganizzazione del welfare cittadino. Inoltre il consiglio comunale avrà di fronte alcuni compiti importanti di ridefinizione dell’architettura della partecipazione: la riforma dei quartieri e il nuovo regolamento sulle consulte delle associazioni. Partecipazione, cura del territorio, nuovo welfare, diritti di cittadinanza: ripartiamo da qui per mostrare al Paese che esiste un’alternativa all’Italia malata di questi anni.
Sergio Lo Giudice
Ciao Sergio, auguri per il rinnovato incarico in consiglio comunale, in una città che resta un modello per il centro-sinistra in Italia. Col trattino, hai letto bene!! Ti chiedo di impegnarti ovunque contro il paraberlusconismo, e credo che tu sappia fin troppo bene a chi e a cosa mi riferisco. Un bacio!!
A proposito dei 5 anni, mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse cosa si trova di così entusiasmante nella nomina di Lo Giudice a capogruppo Pd in Consiglio comunale. vorrei proprio ascoltarlo. perché a me risulta che il capogruppo è il più realista del re, il colonnello o falco o chiamatelo come volete.
quando si fa una campagna sulla laicità, si fa anche una dichiarazione di autonomia. si dice: voi votate me prima di votare un partito.
con questo spirito ho dato il mio voto a Lo Giudice.
Poi succedono alcune cose. Succede che Lo Giudice diventa capogruppo, succede che la giuria di Miss Alternative è composta da assessori Pd e da sindaci Pd .
Succede che Lo Giudice, mi pare nell’ottica della conta e delle bandire, si schieri con Bersani. Peccato che il giorno dopo Bersani dica no ai matrimoni gay. sicchè si arriva all’assurdo di un post di Lo Giudice prima messo e poi cavato in fretta e furia. peccato che ne è rimasto però il titolo:
“Perché sto con Bersani” [https://www.sergiologiudice.it/blog/2009/07/05/perche-sto-con-bersani]
Dimostrando talmente poca laicità da rimangiarsi un’affermazione solo per fini strumentali. è politica, quella conformista e non laica, quella del Pd, prima di qualsiasi tema o dibattito. è la scuderia, insomma.
Così a me oggi pare.
Comunque, staremo a vedere.
Caro Filiberto,
al di là delle tue legittime valutazioni ( per le mie ti rimando al mio ultimo post), mi dispiace che ti lasci andare a critiche estreme sulla base del presupposto – sbagliato -che io avrei cancellato il mio post su Bersani. Non l’ho fatto, è sempre stato al suo posto. Forse avevi un problema di browser.