Adele Parrillo è una donna forte e coraggiosa. Il 12 novembre 2003 perse il suo compagno, il regista Stefano Rolla, nell’attentato di Nassiriya in Iraq. Adele e Stefano non erano sposati e le brutalità della differenza di trattamento rispetto alle altre vedove di Nassiriya fece di Adele il simbolo di una battaglia per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto. A nulla valsero le testimonianze sulla solidità del progetto di vita in comune fra i due, né che pochi mesi prima avessero deciso di congelare degli embrioni in attesa di programmare una gravidanza.

Se, come pare, nei prossimi mesi si arriverà ad approvare, accanto ad una legge sul riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso, una norma che regolamenti le convivenze di fatto sarà un po’ merito anche di quell’impegno.

Adele non si é fermata ed oggi è protagonista di un’altra battaglia di civiltà che riguarda le storture della legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita. Perché vorrebbe che quegli embrioni, progetto di vita interrotto dalla follia del terrorismo, potessero servire a dare ad altri una speranza di guarigione e che fossero perciò donati alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Ma il divieto di questo dono rimane uno degli aspetti crudeli e irrazionali della legge sulla PMA che, all’articolo 13, “vieta qualsiasi sperimentazione sull’embrione umano”. Con la contraddizione per cui il divieto riguarda l’uso per la ricerca di embrioni italiani, ma non di materiali ottenuti dalla morte di embrioni all’estero.

Proprio a poche ore dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato dalla legge 40 il divieto di fecondazione eterologa, consentendo così alle coppie sterili di ricorrere a gameti provenienti da un donatore, si è tenuta presso la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo l’udienza del caso Parrillo vs Italia.

Su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni, insieme ad altri 46 parlamentari di varie forze politiche ci siamo costituiti in un amicus Curiae, accolto dalla Corte, a sostegno della richiesta di Adele. Fra i firmatari ci sono il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, il sottosegretario Ivan Scalfarotto, la senatrice a vita Elena Cattaneo, Anna Finocchiaro, Luigi Manconi, Francesco Palermo, Rosaria Capacchione e molti altri (qui la lista completa).

Nonostante ciò il governo italiano ha deciso di sostenere che non c’é alcuna violazione illegittima di un diritto, dato che oggi la legge permette di donare quegli embrioni a coppie infertili pur vietando di donarli ala ricerca sulle cellule staminali embrionali. L’Italia ha perso così un’occasione per porre fine all’irrazionale proibizionismo alla ricerca scientificaFra quattro o cinque mesi la sentenza.

huffingtonpost
Articolo pubblicato sull’Huffington Post
http://www.huffingtonpost.it/sergio-lo-giudice

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