“E’ inaccettabile l’idea che dopo quanto è stato sperimentato si intenda riaprire il CIE di Bologna, efficacemente definito dal sindaco Merola come ‘un cuore di tenebra’ nella nostra città. I CIE non sono solo luoghi di reclusione disumani, ma rappresentano un inutile spreco di risorse pubbliche che dovrebbero essere investite in politiche per l’immigrazione capaci di individuare una risposta concreta e vera al problema. Chiediamo al sottosegretario Manzione di non dare via libera alla riapertura di questa struttura”. E’ quanto dichiarano i parlamentari bolognesi del Partito democratico Sandra Zampa, Paolo Bolognesi, Andrea De Maria, Marilena Fabbri, Carlo Galli, Rita Ghedini, Donata Lenzi, Sergio Lo Giudice, Francesca Puglisi. “A questo si aggiungono le considerazioni, gravi, relative alle modalità che prevedono, nuovamente, la gara d’asta al massimo ribasso, a partire dai 30 euro. I fatti hanno dimostrato quanto da noi già denunciato in Aula e nelle Commissioni: questo sistema di reclutamento apre la porta a società inaffidabili. Inoltre 30 euro sono una cifra del tutto insufficiente per coprire tutte le spese e impedire che il CIE si trasformi in una sorta di lager, senza servizi indispensabili e dove la qualità della vita di donne e uomini scende così in basso da non poter essere tollerata. Dobbiamo ancora una volta aspettarci tentativi di suicidio, fughe, materassi bruciati. Quanto costa tutto questo alla collettività, sia in termini economici che etici? E perchè non si pensa -invece – a ricollocare i dipendenti licenziati e impiegati nel Centro di Bologna fino a giugno, magari in strutture adatte all’accoglienza, finanziando progetti innovativi? Porremo la questione al Ministro dell’Interno in tutte le sedi competenti perchè si possa, all’interno della maggioranza di governo, individuare una soluzione alternativa a questa che già sappiamo essere fallimentare su tutti i fronti”

css.php