Paola Binetti se ne vada: il Partito democratico non è la sua casa. Il Pd rappresenta uno straordinario ed affascinante esperimento di contaminazione fra culture riformiste diverse: l’integralismo religioso non è una di queste. Negare la fiducia al governo per impedire la tutela di diritti fondamentali non è compatibile con i valori di democrazia e laicità su cui sta nascendo il Partito democratico. Sarebbe di una gravità inaudita che adesso la Camera dei Deputati, dopo avere approvato ieri per la prima volta una norma anti-omofobia, abrogasse dopo pochi giorni una misura di civiltà prevista dal Trattato europeo, come ha annuncitao ieri il ministro Chiti. Mi auguro prevalga il senso della democrazia
leggendo i bloggatori che sono anche delegati alle costituenti democratiche mi sono accorto che c’è un discreto numero di omosessuali. La mia domanda allora è: non sarebbe una cosa positiva aprire un tavolo di confronto diretto, ripeto diretto, tra gli omosessuali direttamente coinvolti nel PD ad un certo livello (quindi almeno che siano delegati) e i cosiddetti teodem, compresa la Binetti?
Magari sarebbe un mezzo scontro all’arma bianca ma almeno sarebbe una buona volta un confronto vero. E per confronto non intendo un dibattitino televisivo un po’ confuso in cui ognuno parla a se stesso, no parlo di una bella discussione a porte chiuse con Veltroni i teodem e i rappresentanti omo in cui ognuno sia libero di dire quello che pensa senza remore…
chissà magari sarebbe catartico…
Non capisco perché il tavolo di confronto dovrebbe essere tra gli omosessuali ed i teodem. Non penso di essere l’unico eterosessuale a ritenere questa norma un requisito di base per una società civile.
Non ne farei una questione, discriminatoria, di orientamento sessuale: il tavolo ci deve essere, ma tra i laici e i teodem. Se ne venisse fuori, come spero, che le due posizioni sono incompatibili si agisca di conseguenza.
era per dare direttamente in pasto i poveri martiri ai leoni…
scherzi a parte era per mettere i “pregiudiziosi” di fronte all’oggetto “demoniaco” del loro pregiudizio, così da rendersi conto che son esseri umani come loro, inoltre non intendevo un tavolo di trattativa politica ma di catarsi culturale 😀
In realtà esiste già un percorso avviato. Una serie di gay e lesbiche aderenti al Pd, a partire dai componenti dell’ex coordinamento dei Ds, Gayleft, si sono messi/e in rete e si sono (ci siamo) riuniti/e già una volta a Roma (nel noto loft)per fare il punto su come fare vivere le questioni gay-lesbiche- trans nel partito democratico. Il punto è mantenere un coordinamento fra le persone lgbt ma, contemporaneamente, stare dentro più generali procesi di definizione di un’identità laica ed autenticamente democratica del Pd. Forse nascerà presto un Forum sui diritti di cittadinanza a cui non faremo mancare il nostro contributo attivo e determinato.