I 40 ricorsi di iscritti al PD contro la Binetti che sovrappone omosessualità e pedofilia hanno scatenato un putiferio. Veltroni ha preso nettamente le distanze dalla Talebana Santa, ma ha anche dichiarato che non si processano le opinioni. Da più parti (alcuni cattolici del Pd, Radicali, Pdl) si sono levate pelose difese della libertà di espressione della nostra. In un comunicato stampa, io e Andrea Benedino abbiamo invece rilanciato la richiesta di un pronunciamento dei Garanti del Pd:
CASO BINETTI: Benedino e Lo Giudice (PD) “Bene Veltroni, ma quelle sono diffamazioni e non opinioni politiche. Attendiamo il responso della Commissione”
Le parole espresse da Walter Veltroni questa mattina a proposito delle dichiarazioni razziste ed omofobe di Paola Binetti sono molto importanti, perché chiariscono una volta di più come la linea del Partito Democratico sia del tutto opposta alle opinioni della deputata teo-dem (verrebbe da dire: ci mancherebbe altro!).
Tuttavia non riteniamo sufficiente archiviare la cosa come libera espressione di un´opinione politica personale. Paola Binetti è un´esponente nazionale del PD. Le sue posizioni, per quanto minoritarie ed espresse a titolo personale, additano all´opinione pubblica come potenziali criminali milioni di cittadini. Siamo lieti di sapere – ne eravamo certi – che queste posizioni non corrispondono a quelle del segretario nazionale. Vogliamo ora sapere dagli organi di garanzia del PD se la definizione degli omosessuali come potenziali pedofili sia o meno compatibile con quei valori di contrasto alle discriminazioni che abbiamo inserito nei documenti fondativi del partito.
Ci chiediamo che cosa sarebbe successo se un nostro parlamentare avesse sostenuto che tutti gli ebrei sono potenziali usurai o che i cittadini di colore sono un popolo inferiore: forse che l´omofobia è da punire meno gravemente del razzismo e dell´antisemitismo? Non secondo il Parlamento europeo, che ha approvato nel 2006 una risoluzione in cui assimila omofobia ad antisemitismo e xenofobia, e che per molto meno ha rigettato – col voto dei nostri parlamentari – la nomina di Rocco Buttiglione a Commissario Europeo.
Diceva Albert Einstein che “È più difficile disintegrare un pregiudizio che un atomo” e qui sta la gravità della sottovalutazione da parte dei dirigenti del PD delle parole espresse da Paola Binetti.
Come già chiarito nei giorni scorsi, nei ricorsi da noi presentati alla Commissione Nazionale di Garanzia non è contenuta alcuna richiesta di espulsione: chiediamo che vengano assunte tutte le più opportune decisioni, a discrezione della Commissione, relativamente alla compatibilità delle opinioni espresse da Paola Binetti con lo Statuto, il Codice Etico e il Manifesto dei Valori del PD. Restiamo quindi fiduciosi in attesa di un pronunciamento ufficiale della Commissione stessa.
Andrea Benedino e Sergio Lo Giudice
Componenti dell´Assemblea Costituente Nazionale del PD
Fra gli altri interventi, l’unico che apre il cuore è quello dell’ottima Barbara Pollastrini:
GAY: POLLASTRINI, PD E’ SOGGETTO LAICO NON POSSONO ESSERCI AMBIGUITA’ =
LIBERTA’ DI ESPRESSIONE E’ UNA COSA, APPARTENZA AL PARTITO UN’ALTRA
Roma, 4 nov. (Adnkronos) – “Nessuno mette in discussione la liberta’ di espressione. M’interrogo su un’altra cosa: sul senso che ognuno di noi da’ all’appartenenza a un partito. Un partito e’, innanzitutto, principi, valori, la sua visione della societa’ e del rispetto delle persone”. Barbara Pollastrini, deputata del Pd, torna sull’intervista rilasciata dalla teodem Paola Binetti al “Corriere della sera”.
“Le parole pesano. In questo caso, pesano come pietre. Lasciar intendere, seppure alla lontana, che l’omosessualita’ sia collegabile alla pedofilia e’ profondamente sbagliato e inaccettabile. Il nostro, come ha di nuovo sottolineato oggi Veltroni- conclude Pollastrini- e’ un partito che, con la carta dei valori, ha scelto la laicita’ e una visione rispettosa dell’uguaglianza di diritti e doveri di tutti. Ma se questo e’ il partito, deve esserci limpidezza da parte di tutti. Non possono esistere ambiguita’”.
Bravi Sergio e Andrea, spero che continuiate fino in fondo questo procedimento. Stavolta la teodem merita una lezione di democrazia.
Bruno.