Sono intervenuto in Senato nel dibattito sulla relazione annuale del Ministro Andrea Orlando sull’amministrazione della giustizia.

Senato della Repubblica
Seduta del 19 gennaio 2015

Il testo del mio intervento

Ringrazio il ministro Orlando non tanto o non solo per la sua relazione ma per l’impegno messo in campo in questi mesi per rimettere in moto una macchina, quella della giustizia, piena di acciacchi perché troppo trascurata. Mi limiterò nei pochi minuti a disposizione a sottolineare tre temi.

Il primo riguarda le condizioni dei detenuti nelle nostre carceri . Parto con un plauso alle azioni che hanno prodotto il risultato che il ministro Orlando ha riportato: la presenza di 53.000 detenuti a fronte dei 66.000 del gennaio 2013 che ha evitato le pesanti sanzioni di Strasburgo.
Voglio sottolineare soprattutto il calo dei detenuti in attesa di giudizio di primo grado dagli 11.108 del dicembre 2013 ai 9549 del dicembre 2014
È indubbio che questo sia stato uno dei terreni in cui più forte é stata l’azione del governo e del parlamento nei mesi scorsi e che si sia arrivati ad un alleggerimento molto significativo della pressione dettata dal sovraffollamento, Ma questo non deve farci pensare che non rimanga nelle nostre carceri uno stato di lesione di diritti.
Voglio qui indicare una questione su cui sono certo non mancherà l’attenzione del Ministro, che riguarda il tema dell’affettività delle persone detenute. Il sistema attuale rende davvero difficile mantenere un sereno rapporto con i propri cari: colloqui radi e solo sotto osservazione di terzi, telefonate settimanali di soli dieci minuti, secondo una logica punitiva che aggiunge alla pena della privazione della libertà la difficoltà enormi a mantenere vive le proprie relazioni affettive, una totale rimozione della questione della sessualità. A chi, a cosa serve che il periodo di detenzione comporti anche una lacerazione dei rapporti familiari e affettivi? Ministro, vogliamo affrontare questo tema?
Ancora: con la legge 81/2014 di proroga di un anno della chiusura degli Ospedali
Psichiatrici Giudiziari abbiamo stabilito il superamento dei cosiddetti ergastoli bianchi introducendo il principio per cui le misure di sicurezza detentive non possono durare oltre il tempo stabilito per la pena detentiva prevista per il reato commesso. Ora quel principio va esteso anche agli internati nelle Case di lavoro perché in quei luoghi regna ancora il principio dell’incertezza della durata della reclusione.
Ho ascoltato con piacere il suo annuncio della prossima nomina del Garante nazionale del detenuti: mi auguro che quello possa essere uno strumento utile ad affrontare anche questi temi.

La seconda questione riguarda il tema dell’organizzazione della macchina giudiziaria , che giustamente lei ha sottolineato essere tema centrale.
A questo guardano oggi con attenzione ma anche con preoccupazione diversi soggetti, dai Giudici di pace agli ufficiali giudiziari al personale interno in attesa di riqualificazione . In particolare, voglio qui ricordare l’impegno assunto dal parlamento con l’approvazione della legge 114 del 2014, di conversione del decreto legge 90, che prevede l’inserimento nell’ufficio per il processo anche di quei precari della giustizia, ex tirocinanti formativi, che negli ultimi anni hanno svolto una funzione fondamentale per lo svolgimento dell’attività quotidiana degli uffici giudiziari. Approfitto dell’occasione per chiedere al Ministro un aggiornamento dello stato dell’arte?

3. Il terzo ed ultimo tema, non certo per ordine di importanza,che voglio toccare é quello dei diritti civili. Non tornerò sulla questione delle unioni civili perché ne ha già parlato diffusamente la senatrice Cirinnà , di cui sottoscrivo l’appello all’approvazione rapida di una legge su cui la corte costituzionale ci ha già richiamati con due distinte sentenze, se non per sottolineare come è forte nella società di interventi su questi temi.
Dal divorzio breve all’adozione del cognome della madre, dalla legge sull’omofobia alla modifica della legge164 del 1982 sul cambio di sesso, che la Consulta é arrivata a dichiarare incostituzionale nella parte in cui impone il divorzio di Stato, dalle unioni civili fino alla cittadinanza ai figli degli stranieri sarà importante che il governo sostenga l’azione parlamentare di riforma. Voglio concludere ricordando in particolare il tema dell’eutanasia legale, ad oggi unico appello di Napolitano che non ha avuto nessuna risposta né dal governo né dal parlamento.

Sen. Sergio Lo Giudice

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